“L’Università dell’Insubria deve essere Glocal”

La professoressa Barbara Pozzo si propone nel ruolo di vicario del candidato Rocca. Nei suoi progetti tanta collaborazione sul territorio e lo sguardo aperto al mondo

Candidato Matteo Rocco e vicario Barbara Pozzo

«Il primo aggettivo che mi viene in mente per definire il modello di università che vorrei è “GLOCAL: secondo il linguaggio emergente nel mondo economico e politico indica chi opera per la tutela e la valorizzazione di identità, tradizioni e realtà locali, pur all’interno dell’orizzonte della globalizzazione. E quindi un ateneo saldo nel suo territorio, anzi nei suoi territori, ma che si apre al mondo». La Prof.ssa Barbara Pozzo, Direttore del Dipartimento di Diritto Economia e Culture dell’Università dell’Insubria, vede così la sua missione nei prossimi 6 anni.

LA VISIONE DEL FUTURO
Si candida come vicario del professor Rocca con un programma che pone al centro i territori di riferimento: «Occorre avere uno sguardo che vada oltre l’attimo. Noi ci poniamo come interlocutori per progettare le innovazioni e i cambiamenti. L’università deve accompagnare gli studenti nell’affrontare le nuove sfide che la nostra società ci impone: a livello locale così come a livello globale. Pensi alle sfide che il mondo porrà ai nostri studenti fra dieci anni in termini di sostenibilità e di adattamento ai cambiamenti climatici, sia sotto il profilo tecnico sia sotto il profilo sociale e culturale. Noi vogliamo mettere a disposizione dei nostri studenti professionalità e strategie, dotarli degli strumenti culturali necessari per affrontare e progettare un nuovo futuro sostenibile».

AL SERVIZIO DEL TERRITORIO
La professoressa Pozzo parla della sede di Como che ha già avviato molte sinergie con le istituzioni locali: «Grazie alle competenze maturate in seno al nostro corso di Mediazione Linguistica e Culturale, collaboriamo con Prefettura e Questura nella strategia messa a punto dalle Istituzioni locali per affrontare l’emergenza migranti. Siamo ora impegnati nel progetto “Cicogna”, avviato dalla Questura di Como e finalizzato a supportare le gestanti e le neomamme straniere non ancora in possesso di titolo di soggiorno. Già in passato avevamo partecipato con il Comune di Como al progetto “Generi a colori”, volto ad analizzare la condizione delle donne e la considerazione del ruolo femminile nelle diverse etnie, per meglio comprendere le dinamiche di integrazione nella società. È uno studio che fornisce elementi di conoscenza indispensabili per affrontare le situazioni che la nostra società deve affrontare».

INNOVAZIONE ED ECCELLENZA: IL CENTRO SMARTER
Lavorare di concerto con gli interlocutori di riferimento senza dimenticare, però, il mondo e le sue eccellenze: «Con la Professoressa Pezzetti, è stato avviato il Centro “Smarter”: si tratta di un centro di ricerca cui afferiscono diversi Dipartimenti del nostro Ateneo, tutti con le proprie competenze, in una prospettiva interdisciplinare e che permette una continua dialettica tra la sede di Como e quella di Varese. Il Centro ha tra le sue finalità principali l’analisi delle strategie e dei modelli di sviluppo dei territori connessi alle potenzialità offerte dalla integrazione di smart tecnologies a supporto della valorizzazione delle eccellenze manifatturiere, culturali e turistiche, della filiera del lusso ed enogastronomica nel quadro di forme innovative di smart tourism e di nuovi smart district manifatturieri. Con queste iniziative vogliamo porci sempre di più al servizio dei territori che costituiscono il punto di riferimento del nostro Ateneo, nell’affrontare nuovi problemi e preparandoci alle prossime sfide. Vorrei ricordare che è proprio dal confronto costante tra diverse competenze che traiamo la nostra forza basata sul dialogo interdisciplinare che le dimensioni del nostro Ateneo ci permettono di coltivare».

LA PAROLA D’ORDINE E’ COLLABORARE
Una situazione idilliaca difficile da implementare? «Non credo. Abbiamo già dato prova di poter collaborare su progetti importanti in modo interdisciplinare. E’ vero che occorre lavorare perché si creino maggiori relazioni tra le due sedi ed occasioni di collaborazione, ma lo stiamo già facendo. Negli ultimi anni abbiamo varato, assieme al Professor Rocca e alla Professoressa Pierro del Dipartimento di Economia, un titolo di studio congiunto in diritto ed economia, sulle due sedi di Como e Varese, che permette agli studenti di frequentare un percorso economico all’interno del corso di studi in Giurisprudenza e di potersi laureare, con un solo anno aggiuntivo, alla Magistrale in Economia, Diritto e Finanza di Impresa.
Inoltre, i tre Dipartimenti DIDEC (Dipartimento di Diritto, Economia e Culture), DISAT  (Dipartimento di Scienza ed Alta Tecnologia), con sede a Como, e DISTA (Dipartimento di Scienze Teoriche e Applicate), con sede a Varese, già collaborano da anni alla buona riuscita della Scuola di specializzazione in Valutazione e gestione del rischio chimico, che l’Università dell’Insubria è riuscita ad aprire, laddove grandi atenei come Milano hanno fallito».

MILANO E’ UNA MINACCIA?
L’Insubria non possiamo ancora definirla un’alternativa a Milano, ma da Milano può arrivare una minaccia: «La partenza del Politecnico da Como e l’avvio del Polo di Milano Statale a Rho non vanno considerate una minaccia, ma piuttosto un’occasione per riflettere sulla nostra vera vocazione, sulla nostra identità di ateneo situato in provincia, ma non provinciale. Guardiamo al modello dell’università di Trento e alla splendide iniziative che ha messo in campo negli ultimi 30 anni per divenire un ateneo di riferimento su tutto il territorio nazionale».

IL CORSO DI MEDICINA ARRIVA A COMO
A Como ora arriverà anche Medicina: «Al momento non so dirle nulla al riguardo. Non sono informata su una tale eventualità. Gli studi di area medica sono importantissimi: per questo dobbiamo valutare bene le forze in campo per non disperdere energie e abbassare la qualità della ricerca e della didattica. Solo se sarà sostenibile e non comporterà riduzioni all’attività di ricerca, si potrà pensare di allargare a Como questo percorso».

IL LATO “G”
Il lato local è ben chiaro, ma quella G messa all’inizio della parola che significato ha? «La nostra intenzione è quella di incentivare al massimo l’internazionalizzazione dei nostri corsi. Ricordiamo che il modello vincente in Europa è quello che somma dimensioni medio piccole per servizi di qualità e rapporti ravvicinati tra docenti e studenti, a un’apertura al mondo. Ed è quello che l’Insubria sta facendo con i corsi che permettono di ottenere il doppio titolo. In questo modo, i nostri studenti avranno un pedegree molto più allettante quando si affacceranno al mondo del lavoro. Vogliamo organizzare un’università sulle due sedi di Como e Varese che offra ai nostri studenti esperienze internazionali, sia in termini di percorsi didattici all’estero, sia in termini di visiting professors invitati a insegnare presso le nostri sedi. L’idea è quella di assegnare un budget specifico per attrarre professori stranieri ad insegnare, per periodi brevi o anche per l’intero semestre, nei nostri corsi di studio. Già adesso l’Insubria raddoppia agli studenti la borsa di studio garantita dall’Europa per i soggiorni Erasmus all’estero. Dobbiamo sempre più muoverci in questa direzione».

IL PIANO STRATEGICO INDICHERA’ LE LINEE GUIDA
L’università, quindi, è già sulla buona strada «Sicuramente l’ateneo ha già sviluppato importanti iniziative, solo che si conoscono poco e non sono inserite in un progetto strategico, che sarà la prima cosa che il nuovo Rettore dovrà fare. Inoltre non comunichiamo abbastanza. Si fanno moltissime cose ma spesso non escono dalle mura accademiche. Se saremo eletti sicuramente uno degli obiettivi sarà quello di rafforzare il settore comunicazione e quello dell’orientamento in entrata e in uscita con progetti mirati a seconda dello specifico ambito professionale di riferimento»

UN FUTURO PIENO DI ENTUSIASMO
Cosa vorrebbe sentir dire al termine del suo eventuale vicariato?
«Vorrei che fra sei anni il nome della mia università bastasse a raccontare la sua storia originale, il suo percorso di eccellenza. Dobbiamo osare …. e costruire un futuro pieno di entusiasmo». 

Alessandra Toni
alessandra.toni@varesenews.it

Sono una redattrice anziana, protagonista della grande crescita di questa testata. La nostra forza sono i lettori a cui chiediamo un patto di alleanza per continuare a crescere insieme.

Pubblicato il 30 Giugno 2018
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