Il Parlamento europeo boccia la controversa riforma sul copyright

Con 318 voti contrari la direttiva UE sul copyright è stata respinta dal voto in aula. Si trattava dell’introduzione di una serie di regole per aggiornare le leggi sulla tutela del diritto d’autore

parlamento europeo

 

Con 318 voti contrari la direttiva UE sul copyright è stata respinta dal voto in aula del Parlamento europeo.

Si trattava dell’introduzione di una serie di regole per aggiornare le leggi sulla tutela del diritto d’autore in Europa.

L’intento era quello di aggiornare a armonizzare le leggi sul copyright nei paesi membri ma per come era impostata la riforma in molti ci hanno visto un rischio, nella sua applicazione, alla libertà di espressione su internet:

«Il “neighbouring right”, introdotto attraverso l’adozione dell’articolo 11 della Direttiva sul Diritto d’autore nel mercato unico digitale – spiegava ad esempio a Varesenews il vicepresidente di ANSO – Associazione Nazionale Stampa Online Matteo Rainisio – obbligherebbe chi condivide, linka o riproduce contenuti editoriali a remunerare chi li ha prodotti. Tale misura, sbilanciando le regole di mercato e penalizzando gli aggregatori di notizie, avrà effetti devastanti sui nostri modelli di business e sulla libertà di informazione in senso ampio».

Cambiano le regole del copyright su internet: “Effetti devastanti per i giornali online”

Per bocciare la proposta in aula in questi giorni si era anche sviluppata una protesta trasversale che ha coinvolto ad esempio le pagine di Wikipedia in alcuni paesi europei.

Wikipedia oscurata contro la legge europea sul copyright

Le critiche al regolamento riguardano in particolare il “pagamento” dei link (o meglio: degli snippet, i link-anteprima ad altri articoli) e le implicazioni per la privacy delle persone. Altre letture critiche del nuovo regolamento si possono leggere qui e qui. Una critica qualificata, disponibile in inglese, è quella sottoscritta dai pionieri della storia Internet. La norma è stata criticata anche dall’Anso, l’associazione degli editori digitali. La Commissione Europea ha invece difeso il provvedimento, ricordando che non minaccia la libertà di linkare e sostenendo che regola meglio i contenuti editoriali pubblicitari.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 05 Luglio 2018
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