Parte da Busto Arsizio la rivoluzione della scuola

Il liceo Crespi ha vinto due bandi ministeriali per coordinare le tante novità che la scuola vive quotidianamente. “ L'obiettivo è quello di formare il cittadino lavoratore"

Scuola digitale

La scuola sta cambiando. Le riforme, diverse, e i riordini portano a un cambio di passo importante nella aule. 

Didattica digitale, “learning by doing”, alternanza scuola lavoro sono i nuovi paradigmi dell’insegnamento. Le novità promosse negli ultimi dieci anni, però, vengono recepite in modo difforme, spesso a macchia di leopardo. È dunque arrivato il tempo di fare sistema delle buone pratiche emerse e innovare una didattica chiamata non a trasmettere erudizione ma a formare i futuri cittadini e lavoratori.

Alla dirigente del liceo Crespi di Busto Arsizo, Cristina Boracchi, è stato affidato il compito di coordinare l’armonizzazione e fare sintesi di quanto si sta muovendo. Il suo è un ruolo duplice: a livello regionale è responsabile del polo di formazione dei dirigenti scolastici in merito alla valutazione per competenze e al nuovo esame di stato, a livello nazionale è la referente per tutto il Nord Italia del progetto sull’applicazione delle indicazioni nazionali. 

 « Il Crespi ha vinto due bandi ministeriali – spiega la dirigente Cristina Boracchi – il primo è regionale e mira alla formazione di dirigenti e docenti di tutti gli ambiti per progettare il nuovo esame di stato, il sistema della valutazione per competenze e il modello di colloquio che valorizzi l’esperienza di Alternanza Scuola/Lavoro; il secondo, nazionale, comporta una azione capillare di diffusione delle buone pratiche relative alla Indicazioni nazionali dei licei, dei tecnici e dei professionali, con relativa formazione.».

Proposte, valutazioni, idee sono già sul tavolo della presidenza del Crespi che entro fine settembre vuole avviare la macchina operativa: « I tempi sono stretti perché il lavoro deve essere applicato sin dal prossimo Esame di Stato – spiega Cristina Boracchi – siamo a buon punto ma parliamo di un cambio importante. La scuola dei saperi deve favorire l’acquisizione delle competenze. I contenuti rimangono sempre il cuore della didattica ma vanno declinati in modo da fornire agli studenti le capacità critiche per diventare protagonisti dell’apprendimento. Si tratta di favorire la formazione di persone capaci di utilizzare i saperi anche reperendone  e sintetizzandone di nuovi entro un quadro di competenze di cittadinanza, skills  trasversali e disciplinari, che anche il mercato del lavoro esige.  Così nei licei e così anche negli istituti tecnici e professionali: dalle scuole non devono uscire “lavoratori finiti” ma giovani in grado di imparare, progettare, fare squadra, relazionarsi ».

Da tanti anni si sente parlare di una scuola in mutamento, che concede meno alla lezione frontale e punta di più sullo studio critico : « Non è facile innovare e rimodulare. La scuola varesina ha grandi professionalità, a volte spaventate dal cambiamento a causa di un equivoco di fondo: i saperi non saranno mai cancellati, perchè senza di loro le competenze rimangono sterili. Lo sforzo è quello di armonizzare i due obiettivi».

Scopi analoghi ha anche il secondo bando ministeriale vinto dal Crespi che lo nomina scuola capofila del Nord Italia per migliorare la qualità della scuola italiana ( per il ciclo primario la scuola capofila è il comprensivo Vaccarossi di Cunanrdo) : « Si parte dall’analisi di dati obiettivi, di risultati delle indagini come Invalsi o Ocse-Pisa, ma anche dai tempi e modi di ingresso nel mondo del lavoro. Sono tre le scuole a livello nazionale e  ci siamo già incontrati per definire linee guida e di progettazione sulla base delle indicazioni fornite dal Comitato tecnico scientifico del Ministero. Attendiamo l’autorizzazione dal Miur per organizzare seminari di formazione su focus importanti: Clil, valorizzazione del curriculum dello studente per competenze, didattica innovativa, ICT». 

I tempi affidati alla terna scolastica ( le altre scuole si trovano una nel Lazio e una in Sicilia) permettono di lavorare senza affanno: il termine ultimo è a giugno del prossimo anno ma i tempi saranno dettati dal MIUR e dalla pubblicizzazione del documento stilato dal CTS, premessa del lavoro nazionale richiesto.

La scuola vuole cambiare volto. Ed è a Busto Arsizio la cabina di regia.

di
Pubblicato il 26 Luglio 2018
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.