Il “decreto dignità” passa al Senato: ora è legge
Approvato con 155 sì: il pacchetto contiene tra le altre cose modifiche al contratto a tempo determinato. Festeggia il vice-premier Di Maio: "I cittadini segnano un punto". Critiche le associazioni imprenditoriali

Con il via libera del Senato sono diventate ufficialmente legge dello stato le norme contenute nel pacchetto di provvedimenti del Governo noti come “decreto dignità”.
L’aula di Palazzo Madama ha approvato con 155 sì, 125 no e 1 astenuto tra i festeggiamenti caotici dei banchi della maggioranza e le proteste dell’opposizione.
I primi ad esultare sono i parlamentari del Movimento 5 Stelle: “è stato approvato dopo decine di anni il primo decreto non scritto da potentati economici e lobby – ha spiegato il vice-premier Luigi Di Maio -, il primo decreto che mette al centro il cittadino, mette al centro gli imprenditori e i giovani precari. Finalmente i cittadini segnano un punto. Cittadini uno, sistema zero”.
La lettura dei provvedimenti è però molto diversa vitsa dai banchi dell’opposizioni e se Forza Italia per voce della capogruppo Anna Maria Bernini ha attaccato quello che definisce “solamente il governo dei no”, dal Partito Democratico il senatore Andrea Marcucci lo ha definito “il decreto della disoccupazione perché è così andrebbe chiamato”.
Cosa prevede la legge
La legge introduce modifiche alla disciplina del contratto di lavoro a tempo determinato, con riferimento ai limiti di durata, ai limiti ed ai presupposti per i rinnovi e le proroghe, alla forma del contratto e al termine di decadenza per l’impugnazione del contratto medesimo.
Nello specifico riduce la durata massima del contratto di lavoro a termine, pari nella disciplina finora vigente a 36 mesi, prevedendo un limite di 12 mesi, e definisce alcune ipotesi (le causali) in cui il contratto può avere una durata superiore, nel rispetto di un limite massimo di 24 mesi.
Su questo insieme di norme, soprattutto, si erano concentrate nei giorni scorsi le critiche delle associazioni industriali e delle agenzie del lavoro (Leggi l’intervista a Rosario Rasizza).
Tra le altre norme inserite nel provvedimento approvato ci sono limitazioni alla delocalizzazione delle imprese beneficiarie di aiuti agli investimenti produttivi e il divieto di qualsiasi forma di pubblicità, anche indiretta, relativa a giochi o scommesse, nonché al gioco d’azzardo.
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