Lavori non conformi? C’è grande incertezza sulla Moriggia

Giovedì in consiglio comunale è emerso che c'è un contenzioso in atto. Il sindaco è su tutte le furie con Amsc, l'opposizione attacca: "Problema importante, doveva controllare anche lui"

gallarate generico

Prima sembrava una questione (legale) di inquadramento dei lavoratori. Ma adesso il problema – per arrivare alla riapertura della piscina di Moriggia a Gallarate – potrebbero essere anche i lavori. O meglio: i problemi potrebbero venire da quel contenzioso che alla fine municipio e Amsc hanno dovuto riconoscere in extremis, in consiglio comunale.

«Esterrefatto» per quanto accaduto, di fronte alla «vergogna a cui stiamo assistendo», il sindaco Andrea Cassani è arrivato alla fine della seduta di consiglio comunale scuro in volto, non nascondendo in nulla l’irritazione verso Amsc. Irritazione che viene da lontano, in questi sette mesi di incertezze sul destino della piscina, dopo la chiusura precauzionale al 20 febbraio 2017.

Ricapitolando: ci sono voluti diversi mesi per completare l’analisi, poi dall’estate scorsa Amsc ha avviato i lavori per gli interventi-tampone: una rete di protezione sopra la vasca, che eviti la caduta verso il basso dei pannelli della controsoffittatura (molti dei quali ancora impregnati di umidità, come dimostrato dalle fotografie scattate dal quotidiano La Prealpina). Intervento-tampone, si diceva, in attesa di un rinnovo completo della struttura mediante un project financing che però ora è fantasma, in mancanza di proposte credibili.

L’intervento sarebbe stato completato a metà settembre e questa sembrava la certezza a cui ci si appigliava tra il municipio e la sede Amsc di via Aleardi. In realtà, di fronte alle domande poste dal Partito Democratico, l’incontro tra assessore Carù e azienda – nella mattina di giovedì – si è ritrovata messa alle strette, di fronte alla realtà dei fatti: c’è un contenzioso, tra chi ha fatto i lavori e la stessa Amsc.

Nel pomeriggio del 21/09/18 l’impresa esecutrice ha inviato le dichiarazioni di corretta posa, conformità e manuale di manutenzione del sistema funi e delle reti, oltre ai certificati degli elementi utilizzati”, a cui è seguito un altro documento integrativo (relazione di calcolo dei ganci di fissaggio della rete) consegnato in Amsc martedì 25, poco prima del consiglio comunale. E allora? Il problema è che “la fornitura non è conforme al preventivo” e che quindi sono “in corso le opportune verifiche”.

Il punto specifico di non conformità riguarda le lampade d’illuminazione. Per il direttore dei lavori Riccardo Aceti (già autore della perizia sulla struttura a inizio primavera) i lavori sono stati fatti a regola d’arte e le lampade sono state posizionate sopra la rete perché sarebbe stato impossibile farle “scendere” sotto le maglie senza danneggiare la rete stessa. E appunto questo è l’elemento non conforme al capitolato. E se si rompe una lampadina? A parte che sono Led a lunga durata, pare (pare) che la sostituzione non sia impossibile, perché almeno in linea teorica la rete dovrebbe essere smontabile senza enormi difficoltà (l’azienda esecutrice sarebbe disposta a farlo gratuitamente, pare). «Il problema però è che il capitolato diceva che le lampade andavano sotto».

Per ora la scadenza indicata per la riapertura – fine ottobre – rimane valida, va detto, almeno così è stato garantito in consiglio comunale dall’assessore Moreno Carù, riportando le risposte di Amsc.

Politicamente, l’episodio segna un ulteriore momento di attrito tra il sindaco Cassani e i vertici di Amsc guidati da Roberto Campari: la fiducia del primo cittadino è già al lumicino dalla primavera scorsa e di fatto giovedì sera Cassani è stato molto duro verso l’azienda, «sputtanata anche mediaticamente».

In consiglio comunale il tema è stato trattato in una interrogazione a risposta diretta (cosiddetto Question Time) e interpretando il regolamento il presidente del consiglio Donato Lozito ha stoppato all volo il dibattito in aula, non appena il capogruppo del Pd Giovanni Pignataro – «preoccupatissimo – ha accennato una contro-replica alla relazione dell’assessore. «Il punto è che il sindaco se ne lava le mani e scarica i vertici di Amsc, ma avrebbe dovuto controllare» dice oggi Pignataro. «Esattamente come siamo andati noi a controllare la posizione delle lampade una settimana fa, avrebbe potuto farlo anche lui» conclude Pignataro, che parla di «disastro gestionale».

Di certo questa ulteriore incertezza non fa bene alla piscina. Senza contare che va risolto il nodo dell’inquadramento dei lavoratori, reso problematico dal Decreto Dignità (e dal fatto che istruttori e altro personale sono stati assunti per anni con contratti di somministrazione). C’è ancora molta incertezza, ma un’idea per aggirare le nuove norme è quella di creare una controllata dedicata specificamente al settore (si è ipotizzato una Amsc Sport), che assuma il personale. Su cui c’è anche qualche polemica per le retribuzioni, che a Palazzo Borghi sarebbero considerate troppo elevate, un una struttura che era in perdita.

Amsc è stata sempre il centro dello scontro politico gallaratese, ma sulla piscina si sta giocando una partita delicatissima, perché tocca anche un servizio importante “sul mercato” e che dipende direttamente dalla credibilità presso il pubblico.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 28 Settembre 2018
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