Precipita e muore mentre pulisce la tapparella di casa

La tragedia è avvenuta in un condominio di via Sorrisole a Masnago. Giulio Daverio di 78 anni è precipitato dal quinto piano

Tragedia in via Sorrisole

La scala è ancora appoggiata all’abbaino, al quinto piano di un condominio di via Sorrisole a Masnago. È l’ultima istantanea di una tragedia che ha coinvolto un pensionato di 78 anni, Giulio Daverio, morto dopo essere precipitato da un’altezza di venti metri mentre puliva la tapparella di casa.

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Il fatto è avvenuto nella tarda mattinata di sabato 29 settembre. L’uomo, come già aveva fatto in altre occasioni, ha preso lo spruzzino, gli stracci e tutto l’occorrente per pulire la tapparella. Dopo aver avvertito la moglie, con una scala ha raggiunto il basamento, largo una settantina di centimetri, dove ci si può mettere in piedi e pulire in tutta comodità. Che cosa l’abbia tradito è difficile dirlo e forse lo diranno gli uomini della polizia scientifica, intervenuti sul posto per fare i dovuti rilievi. Potrebbe essere stato un malore improvviso, un capogiro o anche le ciabatte che potrebbero averlo ostacolato nei movimenti fino a farlo inciampare e precipitare.

Tragedia in via Sorrisole
nella foto Giulio Daverio

Giulio Daverio era un amante della montagna, abituato a camminare e sempre indaffarato a fare qualcosa, a dispetto dei suoi 78 anni. Un fisico integro che di certo non tradiva l’età avanzata. «Io l’ho visto poco prima che cadesse – dice una vicina di casa -. Era di fronte a me e come sempre mi sono detta: Giulio, che coraggio che hai a salire fin lassù. Poi sono rientrata in casa e qualche minuto dopo ho avvertito un rumore sordo».

Giulio Daverio, che lascia la moglie e due figli, era molto conosciuto in città per via della sua attività di volontariato in molte associazioni, dagli Alpini alla Caritas, sempre in prima linea per aiutare gli altri.
I condomini di via Sorrisole sono una piccola comunità. Un microcosmo di relazioni e di affetti che nel momento della tragedia si manifestano con una presenza silenziosa e carica di rispetto. Alcuni si sono ritrovati  sotto il condominio, braccia conserte e occhi lucidi, per un dolore trattenuto a stento. Persino un ragazzino, affacciato al balcone, ha pronunciato ad alta voce per un’ultima volta il nome di Giulio, con un tono di incredulità misto a dispiacere. «Era molto conosciuto – sottolinea un vicino di casa –  Sempre disponibile per chiunque avesse avuto bisogno di aiuto, sempre con il sorriso sulle labbra. Una bella persona, il nonno e il vicino di casa che tutti avrebbero voluto avere».

Michele Mancino
michele.mancino@varesenews.it

Il lettore merita rispetto. Ecco perché racconto i fatti usando un linguaggio democratico, non mi innamoro delle parole, studio tanto e chiedo scusa quando sbaglio.

Pubblicato il 29 Settembre 2018
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