Investito al rientro dal lavoro: manteneva la sua famiglia in Bangladesh
Il ragazzo travolto con due colleghi nella notte tra domenica e lunedì abitava in via Arconti, nel quartiere Cedrate. La comunità bengalese sta organizzando una cerimonia funebre in Italia

Mohammad Niaj aveva 28 anni, lavorava come magazziniere ed è morto investito al rientro dal lavoro, prima dell’alba di lunedì 29 ottobre.
È uno dei tre ragazzi in bici – tutti cittadini stranieri – investiti da un’auto nella zona industriale di Cassano Magnago. Non fantasmi, ma lavoratori: Mohammed, come gli altri due,era magazziniere in una struttura della grande distribuzione a Cassano Magnago, sulla strada per Busto. «Lavorava in magazzino, aveva finito il turno di notte» spiega oggi Mohammed Noor, uno dei referenti della comunità bengalese in città. «Era qui in Italia con lo zio: il papà è morto e lui manteneva la sua famiglia in Bangladesh, la madre e due sorelle».
Pe raggiungere il suo posto di lavoro Mohammed doveva pedalare per circa cinque chilometri, un itinerario urbano non lunghissimo ma che comprende diverse strade periferiche, come la via Tintoretto dove è avvenuto l’incidente, in piena zona industriale. «Ho parlato con la Cgil perché far riconoscere incidente come infortunio» spiega ancora Noor dell comunità bengalese. La bicicletta è molto usata soprattutto dagli stranieri (ma certo non solo da loro) come mezzo per recarsi al lavoro: incredibilmente è solo da poco che l’inali riconosce l’infortunio in itinere di persone in bici, in precedenza bisognava dimostrare di non avere alternativa all’uso della due ruote. Una norma che non teneva conto della realtà e che è stata contrastata dalla Fiab, la Federazione Italiana Amici della Bicicletta.
Mohammed Niaj abitava in un appartamento in via Arconti, nel quartiere di Cedrate (nella foto) dove si concentra una grande presenza delle comunità del Bangladesh (che conta oltre mille persone in città) e del Pakistan. Il funerale del giovane sarà officiato già in Italia, con una cerimonia nel piazzale antistante il cimitero di viale Milano, come è già capitato in passato per persone legate alla comunità bengalese. Dopodiché la salma sarà riportata in Bangladesh.
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