Quando la Grande Guerra avvicinò gli italiani alla montagna
Per convinzione o più spesso per obbligo, migliaia di soldati da ogni parte d'Italia si accostarono alle Alpi. Un momento fondamentale celebrato dai Cai nell'anno in cui si chiude il centenario della Prima Guerra Mondiale

Le montagne e la Grande Guerra. È un legame che torna nell’edizione 2018 di Duemilalibri, anche grazie a uno dei qualificati appuntamenti proposti dal Cai Gallarate.
Sabato 20 Ottobre, la sezione locale del Club Alpino Italiano, propone una interessante serata che si muove sui sentieri delle Alpi e su quelli della memoria, grazie al libro “In queste montagne altissime della Patria”, di Andrea Zaffonato.
Basandosi sullo studio di epistolari, diari e memorie di guerra scritti da combattenti e reduci inviati sul fronte alpino durante il primo conflitto mondiale, il libro di Zaffonato si occupa di una tappa fondamentale del processo di avvicinamento degli italiani alle montagne, iniziato nella seconda metà dell’Ottocento anche grazie alle attività del Club Alpino Italiano e della Società degli Alpinisti Tridentini. Durante i tre anni e mezzo di ostilità, soldati di ogni estrazione sociale e provenienza geografica furono spinti, per convinzione o per obbligo, a prendere confidenza con la montagna, con il suolo accidentato, la dimensione verticale, attività pratiche come lo sci. La montagna, resa ancora più ostile dal contesto bellico, fu una scuola di vita e di sopravvivenza: i combattenti dovettero imparare a difendersi da un ambiente sfavorevole, adattandosi a climi e terreni refrattari alla presenza dell’uomo.

L’incontro è accompagnato anche dalla esibizione del coro “La brughiera” di Casorate Sempione, diretto da Alberto Belotti. La formazione casoratese, nata nel 1976, proporrà ovviamente brani legati alla tradizione alpina.
L’ingresso all’incontro è libero e gratuito.
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