“Caccia al siluro” per salvare le specie ittiche del Mincio

La Regione Lombardia ha messo a disposizione dei Parchi Regionali Lombardi un totale di 90.000 euro per effettuare controlli selettivi di questa presenza invasiva. Gli esperti del Parco spiegano perché questa misura è necessaria

pesce siluro

La Regione Lombardia, con provvedimento delle Giunta Regionale del 12 novembre 2018, ha messo a disposizione dei Parchi Regionali Lombardi un totale di 90.000 euro per effettuare controlli selettivi del Siluro; il Parco del Mincio, insieme a diversi altri parchi lombardi, ha presentato una proposta in tal senso che è stata approvata dalla Regione.

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Pesce siluro di quasi 2 metri pescato nel lago di Varese 4 di 5

La nota che segue, a cura del dott. Gaetano Gentili, veterinario ittiologo e consulente del Parco, spiega in sintesi le motivazioni dell’intervento sia sul piano normativo che su quello tecnico. “Vale la pena ricordare – premette il Presidente del Parco del Mincio, Maurizio Pellizzer – che si tratta di attività previste dalle norme regionali, che favoriscono azioni mirate a contenere le specie animali predatrici dell’ittiofauna nel caso in cui queste provochino danni all’equilibrio biologico del popolamento ittico. E questo è senza dubbio il caso del nostro territorio. Certo i siluri non sono l’unico problema del delicato equilibrio degli habitat del Mincio, alterato da molti altri fattori antropici. Ma proprio per questo cogliere l’opportunità data da Regione Lombardia ci pare quanto mai doveroso, necessario e opportuno”.

Il siluro (Silurus glanis) è certamente, tra le specie alloctone presenti nel territorio nazionale e lombardo, una delle più invasive, non avendo, tra la fauna presente, importanti competitori o predatori, potendo accrescersi velocemente, essendo caratterizzato da una elevata fecondità, dimostrando una mobilità notevole ed estrema tolleranza a condizioni ambientali avverse per le altre specie. La sua certa e documentata presenza è stata segnalata alla fine degli anni ’70, da quel momento in poi le segnalazioni e le catture sono andate via via moltiplicandosi.

pesce siluro lago di varese

Dagli anni ’80 la presenza del siluro può essere considerata comune e continua nel medio e basso corso del Fiume Po ed in generale in tutto il bacino padano. La sua distribuzione attuale nel bacino del Po è estesa a tutta l’area media e medio bassa dei corsi d’acqua, a tutti i gradi laghi e relativi emissari fra cui il fiume Mincio. Relativamente alla sua gestione il quadro di riferimento a differenti livelli è assolutamente chiaro ed omogeneo come dimostra la pianificazione di settore di seguito riportata. Il Protocollo d’intesa per una gestione sostenibile e unitaria della pesca e per la tutela del patrimonio ittico nel fiume Po; tra Regione Piemonte, Regione Emilia-Romagna, Regione Lombardia, Regione Veneto e Autorità di Bacino del fiume Po sottoscritto in data 25 febbraio 2016 prevede all’Art. 2 il “il controllo ed il contenimento delle specie alloctone invasive”.

Il Programma triennale regionale per la pesca e l’acquacoltura 2017-2019 delle Regione Lombardia a proposito del siluro prevede quanto segue. “Tra le numerose specie alloctone presenti attualmente nel reticolo idrografico lombardo è senza dubbio quella che merita maggiore attenzione e ogni sforzo di contenimento dovrebbe essere indirizzato ad essa. Come tutti i predatori, svolge in alcuni e limitatissimi casi un ruolo di controllo dell’espansione di altre specie invasive (ciprinidi principalmente), ma ciò non bilancia i numerosi e negativi effetti sulla biodiversità delle acque lombarde.” Nella classifica delle specie prioritarie di intervento il Siluro è largamente al primo posto. Il Piano ittico della provincia di Mantova a proposito dei Siluro prevede quanto segue. “La progressiva affermazione del Siluro (Silurus glanis) nel bacino del Po rappresenta una minaccia per tutte le specie ittiche autoctone. La specie è in grado di occupare tutti gli habitat disponibili, dalle zone a bassa profondità alle grandi buche, da tratti con scarsa o nulla velocità di corrente alle rapide, dall’asta principale del fiume ai piccoli rami laterali; osservazioni subacquee effettuate di notte ne avevano confermato le abitudini alimentari notturne, evidenziando un’intensa attività di caccia. Pertanto, è auspicabile la programmazione di periodiche azioni di contenimento, mirate a contrastare il preponderante fenomeno di espansione della specie. L’azione consisterà nella rimozione del maggior numero possibile di siluri con due possibili tecniche di cattura: l’elettropesca e la pesca subacquea.

Nel Piano di Gestione del sito di importanza comunitaria della Rete Natura 2000 SIC IT20B0017 “ANSA E VALLI DEL MINCIO” e della ZPS IT20B0009 “VALLI DEL MINCIO” la Scheda Azione IA-23, nell’ambito della tutela ed incremento della fauna ittica autoctona, prevede la cattura e soppressione di specie ittiche alloctone. Chiarita quindi l’assoluta legittimità e coerenza con il quadro normativo e pianificatorio dell’iniziativa del Parco del Mincio è importante ribadire anche gli aspetti tecnici che stanno alla base dell’intervento. Si tratta, come detto, di un predatore terminale di grande voracità ed adattabilità la cui presenza si manifesta a scapito delle altre specie di cui si nutre diventando numericamente dominante. Il suo controllo, specie negli ambienti vasti, può presentare delle oggettive difficoltà operative, ragion per cui il Parco ha deciso di concentrare i propri sforzi sull’asta fluviale, dove maggiore è la presenza di specie autoctone, anche di interesse conservazionistico, e più efficace può risultare l’effetto del suo controllo. Fra le tecniche disponibili è stata scelta in particolare l’elettropesca poiché, se effettuata da ittiologi esperti, può essere assolutamente selettiva e conservativa nei confronti delle altre specie non oggetto di intervento; al tempo stesso consente una “visione d’insieme” del popolamento ittico presente, elemento conoscitivo essenziale per una buona gestione del patrimonio ittico. Gli interventi saranno oggetto di scrupoloso monitoraggio sia in termini di resa che di effetto sulle altre specie, così da poter definire per le diverse tipologie ambientali del nostro Parco l’approccio più efficace e selettivo.

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Pubblicato il 28 Novembre 2018
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