Nel Torinese una campana “fotocopia” di quella del San Martino
L’ha trovata in un campo un agricoltore durante l’aratura: porta le stesse iscrizioni che si riferiscono al vangelo di Luca
 
																			
                        
						
						
						
						Una curiosità che si perde nei contorni della storia rappresenta un fatto che porta con sè mistero e interesse per il passato.
Nei giorni scorsi Angelo Berton, lettore piemontese di Varesenews ha contattato la redazione per trasmettere una notizia singolare: durante l’aratura di un campo, nella Val Germanasca, in Piemonte, è stata trovata una campana a prima vista uguale a quella rinvenuta lo scorso anno alle penditi del monte San Martino, in Valcuvia.
Era, quella ritrovata da alcuni escursionisti, la campanella della sacrestia della chiesa in culmine alla montagna fatta esplodere dai nazisti nel novembre di 75 anni fa per rappresaglia dopo la battaglia ingaggiata dalle formazioni partigiane sulle montagne della Valcuvia contro i reparti della Repubblica di Salò e le guardie di confine tedesche (nella foto qui sotto).

«Arando il mio terreno in Val Germanasca, in Piemonte, ho trovato una campana identica a quella trovata in provincia di Varese», spiega Berton, inviando un paio di foto che mostrano l’oggetto in questione, che a prima vista è molto simile a quello trovato nel Varesotto nei mesi scorsi.
Simile anche il segno che risulta sulla campana, quella specie di ancora sormontata dal numero “4” con le lettere progettate sullo stampo che portano l‘iscrizione “L U”.
Lettere che, secondo una valutazione eseguita da storici locali, stanno ad indicare l’evangelista Luca, mentre il numero 4, derivazione dall’ancora, sta per “Capitolo quattro” dove si parla delle tentazioni di Gesù ad opera del demonio.
Che ci faceva una campagna gemella in Piemonte? Rimane un mistero, arricchito da un ulteriore particolare che infittisce la questione: la valle Germanasca – parte delle Valli Valdesi, dove la maggioranza assoluta della popolazione segue il culto Valdese, che si riallaccia a Pietro Valdo, perseguitato come eretico nel Medioevo – un tempo era nota come “Val San Martino”, proprio lo stesso nome della montagna dove venne trovata la campana gemella.
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