È morto Maurizio Lovato, direttore dell’Iper Varese
Venerdì 25 gennaio si è spento in ospedale dopo una lunga malattia. Un uomo pieno di energia e di passione per la vita e per i suoi due figli Mattia e Giulia.
Ha lottato fino alla fine come un gigante. Con forza, tenacia e grinta, ma alla fine ha dovuto cedere alla lunga malattia. Venerdì 25 gennaio si è spento Maurizio Lovato. Cinquantaquattro anni, con una carriera professionale tutta all’interno del mondo Iper, Lovato fu tra quelli che, trent’anni fa, vide nascere il colosso della grande distribuzione nell’area in fondo a Belforte. Da lì andò a lavorare per altri magazzini in giro per il nord Italia, e undici anni fa rientrò a Varese. Un caso quasi unico legato alle sue qualità, perché normalmente i direttori di quelle strutture hanno rotazioni molto veloci.
Lovato lo riconoscevi subito per la sua altezza e il suo sorriso. Sempre entusiasta e sempre in movimento, aveva ribaltato le vecchie logiche della grande distribuzione. Era sempre attivo e ne pensava una dietro l’altra. “Hai visto che bello che abbiamo fatto?” Era una delle sue esclamazioni tipiche con l’orgoglio di chi vuole trasmettere la passione che viveva giorno dopo giorno. I risultati arrivavano di conseguenza e lui era sempre felice di quello che faceva.
Quando quattro anni fa scoprì la malattia non si diede per vinto. “Ho i figli ancora piccoli e non posso morire”, raccontava con una dolcezza infinita. “Poi ho la fortuna di un lavoro che mi piace e che mi dà tante soddisfazioni”. Uno stile che ha tenuto fino all’ultimo. Solo i più stretti collaboratori erano a conoscenza del suo progressivo aggravarsi. Lui continuava a gestire le relazioni e i progetti anche dal letto dell’ospedale.
La malattia lo aveva messo a dura prova spesso, con continue ricadute e tanti interventi come solo un tumore invasivo sa fare. “In ospedale a Busto sono diventato il loro testimonial. Mi chiamano per dare sostegno alle persone che scoprono di avere il cancro. Per me è bello poter essere di aiuto e lo faccio volentieri. Mi spiace solo vedere che tanti non ce la fanno e si lasciano andare”.
Lui non era tra quelli. Non si lamentava mai e cercava di trasmettere sempre la positività, anche quando ti raccontava la fatica di gestire ferite o dolori molto forti. “La vincerò la malattia e devo ringraziare la mia azienda perché mi ha sempre dato fiducia e ora, nel momento più duro, mi ha aperto ogni possibile porta per avere la migliore assistenza possibile”.
Lovato non ha mai perso la fiducia e si è goduto il tempo soprattutto con i suoi figli Mattia e Giulia con cui condivideva passioni e momenti di svago, come il viaggio negli Stati Uniti da costa a costa che lo ritraggono sempre sorridente. Del resto lo ricorderà così chiunque ha avuto la possibilità di collaborare con lui.
Era un gigante in ogni senso, nella statura, ma anche nel carattere e nella positività. Quando parlava dei suoi figli gli si illuminava lo sguardo e gli brillavano gli occhi. La sua carica la lasciava trasparire, così come la sua energia per il mondo e non solo per la sua famiglia stretta.
Una grande perdita per tanti oltre che per la famiglia e gli affetti stretti e la sua azienda. Per il nostro giornale è stato un onore collaborare con lui e lo ricorderemo sempre con quel sorriso e quella carica che ti metteva addosso anche quando doveva entrare da “duro” nella sua parte di direttore.
A partire dalle ore 14 di sabato la salma di Maurizio sarà a Besnate alla casa funeraria Serpi via Tomasetto 27. Gli orari per le visite sono 9-12, 14-18.30 e 20,30-22.
Il rosario si terrà domenica alle ore 18.30 c/o la parrocchia S.Giovanni Battista -via Bonomi 22 a Orago, mentre i funerali si terranno lunedì 28 alle ore 14,30 nella stessa parrocchia.
Per lasciare un ricordo o una partecipazione.
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