La storia mediterranea di Saliha, che lascia il cuore in Valcuvia

Nata in Marocco, arrivata in Italia in quinta elementare e ora da ieri trasferita a Genova per amore. La storia di Saliha, che molti conosceranno perchè manager di un noto negozio tecnologico, si dipana tra Duno, Cuveglio e Varese

Saliha

Galeotto fu il nostro gruppo “Varesini all’estero“: ma quella che vi stiamo per raccontare, anche se molto varesina, è una storia molto diversa da quelle che ci stanno arrivando nel gruppo dedicato a tutti quelli che dalla provincia di Varese si sono spostati nel resto del mondo.

«Ho visto che raccontate le storie varesini all’estero – ci ha scritto infatti Saliha – . Vi leggo tanto ed io vorrei raccontare la mia storia di giovane varesina di origine marocchina che sta lasciando Varese per andare a Genova per amore. A Varese lascio il cuore e lascio i miei clienti di uno dei negozi più belli  della città in centro. Ho tantissimi clienti affezionati che vorrei salutare tramite voi se fosse possibile».

DAL MAROCCO A DUNO E CUVEGLIO NEGLI ANNI DELLE ELEMENTARI

Non potevamo che dirle di si, anche perchè la storia di Saliha è straordinariamente luminosa: «Sono nata in un piccolo paesino del centro nord del Marocco nel 1989 – spiega – Mio padre si trasferì in Italia dopo qualche mese dalla mia nascita e solo nel 2001 io mia madre e mio fratello eravamo riusciti a raggiungerlo in Italia. Feci i primi anni delle elementari in Marocco, ed arrivata in Italia nel marzo 2001, più precisamente a Duno, decisero di farmi fare gli ultimi mesi dell’anno scolastico in quinta a Cuveglio. Mi ricordo che sia maestre che bambini mi aiutavano tantissimo, e sinceramente ho un ricordo bellissimo di tutti i miei anni di scuola».

Nella piccolissima Duno, e poi a Cuveglio, si dipana tutta la sua storia di bambina e ragazza: «Ho continuato a studiare, prima alle medie e poi al liceo. Durante le scuole superiori ho fatto qualche collaborazione come volontaria con un’associazione culturale: aiutavo primi i bambini figli di stranieri a fare i compiti e poi ho fatto un paio di anni di corso di alfabetizzazione italiana per donne, principalmente arabe. Per me era bello riuscire ad insegnare qualcosa di quello che avevo imparato».

DALLA VALCUVIA A VARESE, INSEGUENDO UNA CARRIERA INASPETTATA

Quel volontariato è stato anche la “miccia” per la sua carriera lavorativa: «In questa associazione ero stata introdotta dalla signora Lella, il cui marito era uno dei proprietari del negozio Juice di Varese, l’Apple reseller della provincia: un giorno mi chiama e mi chiede se sono interessata a fare un colloquio per lavorare in questo negozio. Io ero un po’ perplessa: avevo studiato al liceo scientifico di Luino con indirizzo linguistico e non capivo davvero nulla di tecnologia, ma decisi di provarci. Ho fatto il primo colloquio e poi il secondo colloquio a Milano, non ci credevo piu di tanto… Ma con mia grande sorpresa venni chiamata e decisero di farmi fare uno stage di 3 mesi. Entrai in negozio nel agosto 2013 e fu così che iniziò la mia avventura….»

E’ da qui in poi che Saliha è diventata un volto noto per i varesini: «Anche se, dico la verità, all’inizio é stata dura: il mio responsabile, Lorenzo, aveva una pazienza infinita, ogni volta che sbagliavo mi diceva “solo chi non fa niente non sbaglia”, ho fatto corsi su corsi come tutt’ora sempre in formazione continua. Dopo di lui Arrivò Matteo, un collega di Milano che tutti conoscevano come quello super preparato, da lui tutti quanti abbiamo imparato tanto, e che ringrazio perché tutt’oggi é un collega sempre disponibile. Dopo un anno e mezzo anche Matteo venne promosso e lasciò Varese per tornare a Milano».

Nel frattempo, nel negozio si avvicendavano i manager, che non riuscivano, per un motivo o per l’altro, a rimanere a lungo: «Loro andavano via e io rimanevo nel mio amato negozio, i clienti ritrovavano sempre me… Alla fine nel 2016 il nostro area manager mi propose di prendere in mano la situazione del negozio e di provarci, lui credeva in me e io un po’ meno… Però con l’aiuto di tutti ce l’ho fatta: ai miei colleghi, i ragazzi arrivati dopo che ero diventata manager, ho cercato di trasmettere loro tutto quello in cui credo, il lavoro con cui cerco di ripagare la fiducia datami da un’azienda così grande e così attenta alle esigenze di ogni singolo dipendente. Tant’è vero che quando a settembre ho chiesto il trasferimento a Genova per amore, non hanno esistano a concedermelo… E i miei clienti sono stati fantastici: si sono dispiaciuti tantissimo quando hanno saputo che mi spostavo, sono venuti a salutami ed hanno promesso di venire a trovarmi anche a Genova». 

Saliha
Con i colleghi, all’ultima festa di Natale

Ed è in nome loro che ha voluto per una vorta raccontare chi è e come era arrivata li: «Ho voluto raccontare la mia storia proprio per salutare chi mi ha conosciuta in quel negozio e dire a tutti i miei cari clienti che li aspetto a Genova sempre pronta ad accoglierli con un sorriso. E voglio fare in bocca al lupo a tutti i miei colleghi giovani che sono sicura andranno alla grande. Poi voglio salutare quella fantastica città che non mi ha fatto mai sentire straniera e che per me rimane sempre la mia città, ed il mio piccolo paesino della Valcuvia in cui sono cresciuta dopo i primi anni a Duno e dove ho vissuto fino a sabato scorso, Cuveglio».

“A DUNO CI HANNO TRATTATO TUTTI COME NIPOTINI”

Ed è per il per Duno l’ultimo ricordo, ora che è arrivata a Genova: «Duno é un paesino piccolissimo con tutte le signore anziane che ci davano i cioccolatini e caramelline e ci trattavano a me e mio fratello Aziz ( che oggi ha 26 anni) come nipotini. Una volta all’anno ci torniamo sempre: io e lui siamo tanto legati alla chiesetta dove da lì se vede Cuveglio e tutto quello che é giù. In estate quando venivano i ragazzi figli dei milanesi, giocavamo a nascondino e a calcetto, e stavamo lassù, alla chiesetta, a guardare le luci fino a tardi. Eravamo piccoli, ma mia madre non si preoccupava per noi perché il paesino era piccolo e tutti conoscevano tutti. Non me ne dimenticherò mai»

Saliha
Duno, le vie dove abitava da piccola

Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

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Pubblicato il 13 Febbraio 2019
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