I cent’anni di Irca: “Siamo in tutto il mondo, ma il cuore rimane a Gallarate”
L’azienda che produce cioccolato e prodotti per la pasticceria compie un secolo di vita. E annuncia un nuovo piano di investimenti in Italia
«Sono pochissime le aziende che arrivano a cent’anni di vita. Per noi è una grande soddisfazione». L’amministratore delegato di Irca Gianpaolo Perego è visibilmente soddisfatto. Nel giorno dei festeggiamenti per i cent’anni, l’azienda gallaratese ha aperto le porte alle famiglie dei 380 dipendenti. La giornata, ribattezzata family day, è stata un’occasione per assaggiare i tantissimi prodotti dell’Irca: dal cioccolato al gelato e ai prodotti di pasticceria. «La nostra è una storia di successo – ha dichiarato Perego – abbiamo una crescita costante che ci ha permesso, negli anni, di espanderci all’estero. Oggi siamo in oltre 70 paesi, e quest’anno l’estero potrebbe contare di più nel bilancio rispetto all’Italia».
Il family day è stato anche l’occasione per Perego di annunciare un nuovo piano di investimenti, negli stabilimenti di Gallarate e Vergiate: «Abbiamo pronti più di 20 milioni da investire in nuovi macchinari per la produzione di creme e cioccolato. E abbiamo già in mente altri investimenti, più ridotti, per aumentare la capacità produttiva e per fare il salto tecnologico».
«La nostra produzione – spiega l’ad – si divide tra cioccolato, gelato, e prodotti per la panificazione e per la pasticceria. Un semplice dato: ogni anno realizziamo 110.000 tonnellate di prodotto: un camion, per intenderci, trasporta ‘solamente’ 24 tonnellate. Abbiamo alcuni progetti in mente per seguire l’evolversi dei gusti dei consumatori. Basti pensare che, solo in Italia, i gusti variano da città a città. Il pistacchio, per esempio: noi ne produciamo di sette tipi diversi. Seguire i gusti in tutto il mondo diventa quindi un grande impegno».
Perego non lesina però una critica all’Italia e alla sua burocrazia: «Siamo legati a questo paese e qui rimarremo, ma i tempi sono troppo lunghi. Recentemente abbiamo ampliato un nostro stabilimento negli Stati Uniti. Un progetto di grande portata. Nel tempo che qui ci vuole per ottenere i permessi, in America abbiamo finito di costruire e cominciato a lavorare».
L’ad spiega che nella sede di Gallarate c’è il capitale umano, le competenze, la tecnologia; per questo non c’è il pericolo della delocalizzazione: «Quest’anno abbiamo assunto venti persone, e abbiamo un tasso di uscita bassissimo. Abbiamo molti dipendenti che lavorano all’Irca da venti, trent’anni. La quota 100 qui non è molto popolare: abbiamo molte persone che, raggiunta l’età per il pensionamento, vogliono rimanere e continuare a dare il loro contributo».
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