Dall’opposizione 28 osservazioni al Pgt: “Correggiamo lo strabismo della Variante”

Dalle tutele delle corti storiche del centro alla riqualificazione della piazza della stazione, alle scelte sulle aree dell'ospedale unico e di quello attuale, le richieste di Pd e Città è Vita

Generico 2018

Ventotto osservazioni. Guidate da princìpi generali, ma che entrano nel concreto della variante, delle aree da recuperare, del centro storico da tutelare. Sono le osservazioni alla Variante al Pgt presentate da Città è Vita e Pd, illustrate in una conferenza stampa congiunta con Giuseppe Gualandi (presidente di CeV) e Davide Ferrari (segretario dem).

«Osservazioni generali» chiarisce subito Gualandi: «Anche dove possono apparire più specifiche riflettono un interesse generale, “politico” nel senso già alto del termine».

Le opposizioni dicono che sono un modo per correggere quelli che sono considerati errori politici della  Variante, «in particolare lo “strabismo”, l’incoerenza tra quanto dichiarato nelle linee d’indirizzo e le scelte fatte», tra i princìpi e le scelte tecniche poi individuate.

E dunque, ecco i capitoli. Sul consumo di suolo, innanzitutto, già al centro della discussione più accesa in merito alla variante Cassani-Petrone: «Proponiamo un vincolo che obblighi discutere sulle aree dell’attuale e del nuovo ospedale rispetto al tema del consumo di suolo» spiega Gualandi. «Un’altra sul calcolo del bilancio di consumo di suolo, per sottolineare una scelta politica compiuta dell’amministrazione, quella sull’area di Sciarè, che oltretutto è un’area vergine che verrebbe sacrificata». Per Città e Vita e Pd «con le scelte su Sciarè e Ospedale Unico la Variante riporta le lancette al 2011, ignora una variante (quella del centrosinistra) che era già consumo suolo zero, di fatto le rende di nuovo disponibili quelle aree al cemento, anche se non direttamente».

Collegato è appunto il tema dell’ospedale unico: «Chiediamo che il Pgt ribadisca il principio di non consumare suolo: si può accettare l’uso di terreni per la nuova viabilità, ma non si vada oltre» dice Ferrari. Quanto all’ospedale attuale, viene messo in parallelo al destino (ancora da definire) dell’area Cantoni: «Insieme sono più grandi del centro storico stesso, eppure non c’è alcuna indicazione, sembra quasi una rinuncia alla programmazione. Chiediamo invece che il comparto ospedale diventi invece un Ambito di Trasformazione, con obbiettivo di creare anche una zona verde e nuove aree pedonali. Se non possibile tecnicamente, chiediamo impegno alla pianificazione area con ulteriore Variante».

Altro capitolo, gli ambiti di trasformazione, quelle grandi aree dismesse o da riqualificare con beneficio anche per la collettività: «Chiediamo che lo sviluppo delle aree dismesse diventi occasione di crescita per intera città, ad esempio su rete mobilità dolce e con un aumento edilizia residenziale.» Una osservazione specifica riguarda l’area stazione: «L’intervento sulla piazza è legato a quello su via Torino (trasferimento di supermercato in area industriale dismessa). Noi chiediamo di specificare le opere che il privato deve realizzare in zona stazione, chiediamo un’area attrezzata per mercatino di quartiere, una ciclostazione colonnine auto elettriche, oltre a riqualificazione di pavimentazione e verde». Insomma: un rifacimento vero della piazza, anche con servizi strettamente connessi all’uso da parte dei pendolari che vi confluiscono ogni giorno.

Altro capitolo, quello dei piani attuativi: «Assistiamo a convenzioni già firmate, ma anche ad altre scadute dopo 10 anni, rispetto a cui il Pgt consente di modificare le carte in tavola. Spesso la modifica della convenzione coincide poi con possibilità di inserire medie strutture di vendita, sei nuove strutture. Lo stop alle nuove strutture di vendita è scritto nel DUP (il documento di programmazione dell’amministrazione, ndr), ma poi nel Pgt si fa un’altra cosa».

Infine, il delicato tema dei centri storici, da riqualificare ma anche da non stravolgere, da tutelare. E qui l’attenzione è puntata, più che sui nuclei minori, sul centro di Gallarate. «I princìpi indicati sono corretti, c’è una classificazione di tutti i fronti nel centro storico, ulteriore rispetto alla nostra variante» riconosce Gualandi, confrontando con la Variante del centrosinistra. «Un lavoro egregio dal punto di vista tecnico, ma che poi ha come conseguenza un Pgt che permette una serie di trasformazioni sul centro storico che prima non erano possibili. Incoerente dunque rispetto al principio di preservazione del carattere del centro storico gallaratese».
«Si permettono interventi pesanti su vecchi edifici del centro» segnala Ferrari. Che cita i casi di via Poma e via Mazzini: «In particolare via Mazzini costituisce l’ultima cortina edilizia intatta di Gallarate, l’ultima testimonianza dell’edificato di Otto-Novecento. La nostra osservazione chiede di vincolare i fronti, senza lasciare la possibilità di abbattere e ricostruire».

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 04 Maggio 2019
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