Nel centro di Busto Arsizio il cambiamento passa dalla rigenerazione urbana

Dalla nuova piazza Vittorio Emanuele II, alla realtà del Museo del Tessile, fino all'area delle Nord in cerca di un futuro. In mezzo il mondo del commercio e dell'artigianato che guardano al futuro


Il secondo giorno di Territori in Tour a Busto Arsizio si è concentrato nel centro cittadino. Lo abbiamo raccontato partendo dal nuovo pezzo di centro cittadino che da qualche mese è tornato a disposizione dei cittadini, dopo 10 anni di cantiere e lo spostamento di un monumento, per poi incontrare i commercianti del centro, l’esperienza di Bottega Artigiana, l’eurodeputata Isabella Tovaglieri all’area delle Nord, l’assessore Manuela Maffioli al Museo del Tessile. Insieme a loro abbiamo parlato di come stanno cambiando i diversi mondi che si incontrano attorno alle piazze principali di Busto Arsizio.

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Territori in Tour a Busto Arsizio: giorno 2 4 di 11

Il sindaco di Busto Arsizio Emanuele Antonelli racconta come sta cambiando la cittá che amministra dal 2016: «La crisi del 2009 ha cambiato il tessuto sociale. Qui tanti industriali hanno messo via molti soldi e investito nell’immobiliare. La crisi ha lasciato molti cantieri aperti. A salvarci sono stati proprio i risparmi e in questi ultimi anni molte opere sono ripartite come il comparto di piazza Vittorio Emanuele II e diversi palazzi rimasti incompiuti per decenni. Negli edifici che contornano la nuova piazza arriverà un’importante società che occuperà il primo piano, portando in città 150 persone che mangeranno qui e acquisteranno nei nostri negozi».territori in tour busto arsizio giorno 2

Il sindaco racconta anche di come sia cambiato il tessuto imprenditoriale della città, puntando sull’innovazione: «Abbiamo due o tre imprenditori che hanno puntato su Busto Arsizio. Ad esempio Eolo e Campus Reti che hanno portato nuovi servizi e posti di lavoro. Da città del tessile stiamo diventando una cittá di servizi di alto livello».

I dati dicono che le aziende attive a Busto Arsizio si sono ridotte da 7.445 nel 2010 a 7.045 nel 2017. Nel 2017 quelle attive nel commercio erano 1.710, mentre quelle impegnate nei servizi erano 1.427.

A livello demografico Antonelli ha sottolineato il ruolo sempre più importante degli stranieri «che quando sono qui per lavorare sono sempre ben accetti, se devono stare segregati a far nulla in un centro di accoglienza, invece, no. La città cresce come numero di abitanti anche grazie a loro e la loro manodopera è importante in molte aziende che non trovano più personale italiano disponibile a fare i lavori più duri».

Anche il compito di un amministratore pubblico è cambiato negli anni: «I miei predecessori potevano sognare e anche io sogno, ogni notte, ma poi mi devo svegliare e fare i conti con la realtà che è fatta di poche risorse e di cittadini che chiedono di essere pratici come non mai. Infatti stiamo risolvendo una serie di problemi lasciati in sospeso per troppi anni».

Sull’area delle Nord si gioca una partita importante per il futuro della città. Isabella Tovaglieri, oggi eurodeputata,  fino a pochi mesi fa è stata l’assessore all’urbanistica di Busto Arsizio e si è occupata del piano di rilancio dell’area che da anni versa nel degrado, a due passi dal centro: «Abbiamo cambiato il pgt per aiutare i proprietari ad avviare la trasformazione delle enormi aree abbandonate attorno alla stazione. Al posto dei parcheggi sogniamo un grande parco lineare e un parcheggio multipiano che sia anche bello da vedere. Per troppi anni questa zona è stata una ferita che divide in due Busto Arsizio. Noi vogliamo restituirla ai cittadini».

Un esempio di come la rigenerazione urbana abbia dato nuova linfa ad un’area industriale è quello del Museo del Tessile, realtà che l’assessore alla Cultura e al Commercio e Industria del Comune di Busto Arsizio Manuela Maffioli sta cercando di rilanciare con una proposta culturale dedicata: «Dopo l’era industriale ci siamo ritrovati con un patrimonio architettonico importante da rigenerare. In questo la cultura gioca un ruolo importante come qui al Museo del Tessile o come succederà alle ex-carceri e, speriamo, nell’ex-calzaturificio Borri. Se l’industria è il nostro passato e il nostro futuro, la cultura avrà sempre maggiore importanza nella rigenerazione dell’economia di questa città».

Il cambiamento lo ha sperimentato anche Maria Grazia Scianna, un’imprenditrice tessile che nel 2013 ha puntato su uno spazio di coworking per artigiani, artisti e creativi che si chiama Bottega Artigiana: «Quando abbiamo iniziato in pochi riuscivano a capire cosa volessimo fare qui. Oggi abbiamo mostre di pittura, pezzi unici di artigianato, opere che si contaminano tra fotografia e sartoria, corsi di artigianato di alto livello. Ci sono voluti sei anni e una gran testa dura a questo spazio, ora, è vivo tutti i giorni».

Daniele Caiafa è il proprietario del negozio 24 Watching Jewels di via Roma. È anche il vicepresidente del Comitato Commercianti del Centro di Busto Arsizio e ci racconta come lui e i suoi colleghi stanno affrontando la sfida del cambiamento: «Il commercio in centro è cambiato negli ultimi anni. Non si puó più aspettare l’evolversi degli eventi ma bisogna anticiparli, trovando nuove forme di vendita per accattivarsi i clienti. Sfruttare la vendita on line e i social network mantenendo un servizio che faccia la differenza rispetto alla grande distribuzione. Presentazione del prodotto, packaging, assistenza del cliente ed esperienza d’acquisto. Come in tutte le città le insegne stanno cambiando, una selezione naturale che vede comunque più aperture che chiusure. Non si puó negare il momento storico che vede il cambiamento dei modelli di consumo ma grazie alla grande professionalità dei nostri commercianti riusciamo ancora a convincere molti clienti a venire in centro».

Orlando Mastrillo
orlando.mastrillo@varesenews.it

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Pubblicato il 10 Luglio 2019
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