Caso Euronics-Galimberti: «Non diamo tutta la colpa ad Amazon»
Danilo D'Agostino (Filcams Cgil) sta seguendo la vertenza del consorzio che gestisce undici negozi dislocati tra Lombardia e Veneto: «Non hanno saputo rinnovarsi e rispondere per tempo alle sollecitazioni che arrivavano dai competitor»

«Non è tutta colpa di Amazon se Euronics è in questa situazione». Danilo D’Agostino, sindacalista della Filcams Cgil di Milano, ha appena lasciato il presidio davanti al palazzo di giustizia, dove il tribunale fallimentare doveva decidere il destino di Euronics-Galimberti, storico marchio di negozi che commercializza elettrodomestici e prodotti di elettronica. Il giudice Sergio Rossetti ha però rinviato la decisione al 12 settembre in quanto la società ha presentato ulteriori memorie documentali che comproverebbero la volontà di ricapitalizzare la società. «Parliamo di un passivo concordatario pesante, circa 80 milioni di euro – sottolinea D’Agostino -. Nella prossima udienza sapremo se il Mise nominerà un commissario per l’amministrazione straordinaria o se sarà un fallimento. È chiaro che noi puntiamo alla tutela dei posti di lavoro che sono tanti».
I 250 dipendenti coinvolti, di cui 30 in provincia di Varese, lavorano in undici negozi, nove in Lombardia e due in Veneto, in provincia di Verona. Il sindacato non nasconde la sua preoccupazione, considerato che tutto il settore sta attraversando una crisi profonda, e perciò si sta già attivando per coinvolgere anche Regione Lombardia per dare un’opportunità di riqualificazione ai lavoratori. La maggiore esposizione di Euronics-Galimberti è verso le banche e i fornitori che non riforniscono più i negozi con i loro prodotti. «I lavoratori – spiega il sindacalista – non sono messi nelle condizioni di fare il loro lavoro. Non hanno una linea telefonica, per cui si arrangiano con un modem, e nemmeno un collegamento a internet, ricorrendo di volta in volta alle chiavette. La cosa però più grave è che hanno pochi prodotti sugli scaffali e se il cliente non trova ciò che cerca va da un’altra parte. Credo inoltre che quei pochi fornitori che ancora consegnano la merce si facciano pagare subito».
Le ragioni di questa situazione, secondo il sindacato, sarebbero da attribuire alla mancanza di politiche commerciali adeguate ai nuovi tempi. Tenere testa alle grandi piattaforme di commercio online d’Oltreoceano è difficile, è vero, ma qualcuno nel frattempo c’è riuscito. «Il consorzio Euronics e in particolare il fondatore Ilario Galimberti (deceduto a febbraio, ndr) – conclude D’Agostino – hanno sempre avuto una politica commerciale a dir poco vetusta che mirava a una fetta di mercato seguendo uno stile di vendita anni ’90. Non hanno saputo rinnovarsi e rispondere per tempo alle sollecitazioni che arrivavano dai concorrenti. Eppure Unieuro ce l’ha fatta, ha creato una holding con una sua piattaforma online che ha un mercato di riferimento. Ecco perché dare la responsabilità ad Amazon è profondamente sbagliato».
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