Microimprese e stranieri, la fotografia degli ambulanti italiani

Unioncamere-Infocamere hanno tracciato la mappa del commercio ambulante. Tra gli imprenditori stranieri prevalgono quelli provenienti dal Marocco (36mila), seguono a distanza Senegal e Bangladesh

Il mercato straordinario di Varese (inserita in galleria)

Il mondo del commercio ambulante, secondo una mappa tracciata di Unioncamere-Infocamere, può contare su 183mila operatori, il 22% delle imprese commerciali del Paese. Il 95% di queste attività (175mila) è costituito da micro-imprese individuali. Sono infatti 6.500 i comuni italiani con almeno un’impresa ambulante, mentre sono 37 quelli che possono contare almeno su 500 attività economiche, tra cui Castel Volturno (in provincia di Caserta), dove 2 imprese su 3 sul totale delle imprese commerciali del territorio è ambulante. A seguire, troviamo San Giuseppe Vesuviano (Napoli) con il 58,5% e Quartu Sant’Elena (Cagliari) dove si sfiora il rapporto uno a due (49,2%). Subito dopo, con percentuali superiori al 40% di rappresentatività dell’imprenditoria del commercio “itinerante” rispetto a quello totale, seguono i Comuni di Lamezia Terme (Catanzaro) con il 49%, Lecce (47,4%) e Agrigento con il 47,2%.

La forte concentrazione di imprese commerciali mobili si accompagna spesso alla prevalenza di una specifica nazionalità di nascita degli imprenditori. A Caserta il 68,2% viene dal Senegal, a Reggio Calabria ha origini marocchine il 65,1% e a Castel Volturno la comunità più rappresentata è quella nigeriana (58,1%). Se a trainare il settore è la forte presenza di operatori stranieri tra gli imprenditori (di poco inferiore alle 100mila unità, il 56% del totale), l’analisi territoriale svela però un’Italia dai profili variegati, con realtà in cui la quota di ambulanti italiani è schiacciante rispetto a quella dei colleghi stranieri. Ad Andria, il 95,3% dei titolari di impresa del commercio ambulante è italiano, ad Enna l’82,1% e anche in grandi città si assiste allo stesso fenomeno: a Bari (oltre il 78,7%) e Brindisi (con il 70,6%) ma anche a Torino, dove gli ambulanti italiani sono il 66,6% dei titolari di esercizi mobili. All’altro estremo, i territori con minore presenza di imprenditori ambulanti nati in Italia sono le province di Catanzaro (solo il 20,5% rispetto al totale), Reggio Calabria (21,3%) e Caserta (23,1%).
Tra i paesi di provenienza degli ambulanti stranieri, quello che presenta di gran lunga il maggior numero di imprenditori è il Marocco (36mila) che concentra quasi il 40% degli ambulanti stranieri a livello nazionale. Seguono a distanza Senegal e Bangladesh, con consistenze analoghe (circa 15mila imprese).

I TERRITORI E I SETTORI

A livello territoriale il comparto, al 30 giugno scorso, è caratterizzato da una forte concentrazione (quasi il 40% delle imprese totali) in sole tre regioni: Campania (con oltre 29mila realtà), Lombardia (21.231 imprese registrate) e Sicilia (19.025). Calabria, Sardegna e Toscana (tutte sopra il 25%) sono invece le regioni con l’incidenza percentuale maggiore di imprese ambulanti considerando il totale delle realtà che svolgono attività di commercio al dettaglio. Per quanto riguarda i settori, prevalgono gli ambulanti non alimentari, in particolare il comparto abbigliamento che, nelle sue diverse suddivisioni, rappresenta il 38% del comparto. Al secondo posto, staccata di alcuni decimi di punto, viene la categoria “altri prodotti” (tra cui fiori, cosmetici, detersivi, chincaglieria) con il 37,3% delle attività, e solo al terzo posto il settore alimentare, il cui contributo si ferma al 18,5% di tutti gli esercizi ambulanti (con prevalenza della componente legata ai prodotti ortofrutticoli).

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Pubblicato il 22 Agosto 2019
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