Ragazzina sfregiata in centro, proseguono le indagini per individuare l’aggressore
Le parole delle persone che hanno soccorso la ragazza ferita. Allo stato delle indagini sempre dalla Questura fanno sapere che non è stato preso nessun provvedimento
Proseguono le indagini per risalire all’identità del responsabile dell’aggressione di sabato sera alle due ragazzine in pieno centro a Varese.
Una delle due, 15 anni, è dovuta ricorrere alle cure dei medici dell’ospedale di Varese che le hanno ricucito le ferite al volto e al braccio, provocate dalle coltellate dell’uomo che le ha prima urlato “Vi ammazzo” e l’ha poi strattonata e colpita.
Solo la prontezza della sua amica, 14 anni, che è riuscita a scappare e chiamare aiuto in un bar del centro, ha permesso di evitare il peggio. Entrambe le ragazze sono tuttora sotto choc e affidate alle cure delle rispettive famiglie, indignate e arrabbiate per quanto successo in una normale serata nel cuore di Varese. Al Bar Carducci, nella piazza alla fine di Corso Matteotti, Suela, la barista, abbassa ancora lo sguardo quando le si chiede di sabato sera, quando il centro di Varese si è riempito di lampeggianti tra ambulanza e Polizia: «Povera ragazza è arrivata chiedendo aiuto e l’abbiamo fatta sedere. Abbiamo chiamato l’ambulanza e con qualche parola tentato di tranquillizzarla. E di distrarla, tenendola lontana dagli specchi: con le mani indicava il volto. Era sotto shock. E lo eravamo anche noi». È il racconto della paura di quelle ore della notte tra sabato e domenica con due ragazze in preda al panico per quello che a tutti gli effetti pare il gesto di uno squilibrato ai danni di due persone indifese. La vittima ha cercato dopo l’aggressione di arrivare dove c’era luce, movimento e possibilità di essere soccorsa. L’amica, anche lei raggiunta mentre stava sulle panchine fuori dalla posta di via del Cairo, ma non ferita, ha invece scelto la strada opposta, correndo verso via Staurenghi dove avrebbe attirato l’attenzione di alcuni avventori di un bar che hanno poi composto il 112.
«Il percorso è esattamente lo stesso in termini di strada – spiegano Massimiliano e Giovanni, del bar tabacchi Cattaneo, in faccia al Carducci -. Eravamo aperti a quell’ora, perché abbiamo chiuso verso le 2. E c’era un casino pazzesco». Di aperto, o quasi, nella zona a quell’ora non c’è tanto: il Cuba, sotto l’arco del Piantone, la Wursteleria di via Veratti e prima ancora la gelateria Buosi, che però abbassa la saracinesca poco dopo la mezzanotte: «Chi è stato? E chi lo sa – spiega la titolare Juanita – . Da 12 anni a questa parte il senso di sicurezza percepito si è abbassato, e di molto. Io abito al semaforo, ma quando chiudo la sera non mi sento sicura».
Sul fronte delle indagini dalla Questura confermano il lavoro della squadra mobile che sta operando «in maniera oculata» per risalire all’identità dell’aggressore. Per farlo gli investigatori stanno mettendo assieme tutti i tasselli della vicenda, vale a dire possibili indizi o tracce di ogni genere lasciate dal responsabile, ma soprattutto le ricostruzioni testimoniali immediatamente prima e dopo l’aggressione. I fatti si sono consumati a poca distanza dall’ufficio postale e dalle strade del centro storico dove sono presenti attività ed esercizi commerciali. Allo stato delle indagini sempre dalla Questura fanno sapere che non è stato preso nessun provvedimento nei riguardi di chicchessia.
LA CRONACA DELL’AGGRESSIONE
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