Quella voce in falsetto e l’incontro proibito nella stanza buia

Le indagini che hanno portato all’arresto nei racconti delle vittime. I carabinieri: «Ragazzi, attenti a chi incontrate su facebook»

Marco Currao carabinieri

È una storia a metà fra “cappuccetto rosso” e “It”, col raggiro indirizzato a tre ragazzini convinti dell’appuntamento al buio con la “nave scuola” e forse ci hanno pure creduto.

Ma in realtà erano solo vittime di una persona accusata di non guardare in faccia a nessuno per soddisfare le proprie voglie: prima il travestimento per diventare – da operaio quarantacinquenne – una matura cougar con forme avvenenti e pose accondiscendenti, che su Facebook apparivano invitanti per quei ragazzi alla ricerca dell’avventura.

Prima l’uomo chiedeva foto senza veli, facendo di fatto scattare il reato di diffusione di materiale pornografico con minori. Poi l’appuntamento: «Quando ci vediamo? Te la senti di venire da me?».

E li scattava il tranello. I tre ragazzi vittima della violenza, poi sentiti in audizione protetta dagli investigatori e dal pubblico ministero Rosaria Stagnaro – presso la procura distrettuale di Milano proprio per la natura dei reati -, hanno spiegato di essere arrivati a casa dell’uomo e di aver atteso in strada che venisse aperta la porta. Questa dava su un appartamento dall’interno completamente oscurato e da cui proveniva una voce in falsetto che chiedeva con insistenza di entrare.

Dopo la prima titubanza, una mano li prendeva (senza mai utilizzare la violenza), e dopo pochi istanti avveniva il rapporto sessuale orale.

Alla fine i tre ragazzi se ne sono andati senza più aver e contatti con la loro “amica”. Questo fino allo scorso agosto quando il quarto giovane rimasto vittima di questa storia – ma di fatto solo adescato – non è riuscito a superare la titubanza e ha chiamato il padre.

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Questa mattina i carabinieri del capitano Pietro Laghezza alla guida della compagnia di Saronno hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare in carcere, chiedendo il dovuto riserbo per le vittime, ma anche per il sospettato.

A margine della conferenza stampa è stato ricordato anche dal comandante provinciale dell’Arma colonnello Claudio Cappello l’importanza del controllo da parte degli adulti delle frequentazioni on line di giovani e di non fidarsi di nessuno, soprattutto di chi non si conosce.

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it

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Pubblicato il 07 Novembre 2019
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