Cantù – Varese, un tuffo nelle statistiche in vista del derby più atteso

La Openjobmetis tira meglio, l'Acqua San Bernardo stoppa tutto. I biancorossi non vincono in trasferta, i brianzoli perdono in casa: ecco cosa dicono i numeri prima della sfida di domenica 8. Intanto Pesaro richiama Giancarlo Sacco

preview cantù varese

Chi la spunterà nel derby di domenica 8 dicembre (ore 17, racconto live su VareseNews) al PalaDesio, tra Acqua San Bernardo e Openjobmetis, considerando che Cantù non vince in casa e Varese non vince in trasferta? Sembra una battuta, ma è una delle realtà che ci consegna la statistica nella settimana che porta alla sfida più attesa della stagione, almeno sotto il profilo del tifo e della rivalità diretta. Vediamo quindi alcune cifre che riguardano le due formazioni lombarde, per descrivere l’avvicinamento al match che, come noto, si giocherà senza sostenitori biancorossi per via delle decisioni  delle autorità.

MAL DI CASA CONTRO MAL DI TRASFERTA

Partiamo dall’assunto iniziale: Cantù vanta una sola vittoria nelle cinque partite disputate davanti al pubblico amico, quella ottenuta alla quinta giornata contro Trento. Prima e dopo solo “referti gialli” anche contro squadre non irresistibili e cioè Reggio Emilia, Sassari (la più forte di quelle affrontate a Desio), Roma e Fortitudo, con i bolognesi capaci di vincere all’overtime al termine di una gara che i brianzoli avevano dato l’impressione di poter conquistare. Insomma, il pubblico di fede biancoblu non vede l’ora di infrangere questo tabù, magari proprio contro una Varese che ha il medesimo problema ma all’opposto: se a Masnago la Openjobmetis è quasi imbattibile (4 vittorie in 5 gare con tre successi nettissimi), in viaggio la situazione è ribaltata. La squadra di Caja ha stravinto a Trieste e poi ha perso a Bologna (sponda V), Milano, Brescia e Reggio Emilia: «Se vogliamo pensare a qualificarci alla Coppa Italia, questo è il primo problema da risolvere» spiega Andrea Conti.

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CANTU’ ATTACCA MALE (MA CONCEDE MENO PUNTI)

Sfogliando le statistiche di squadra, balza all’occhio l’ultimo posto dell’Acqua San Bernardo alla voce “punti realizzati”. La squadra di Pancotto produce solo 71,1 punti (75 nelle vittorie; 75,8 tra le mura amiche) contro gli 81,8 punti segnati dalla formazione di Caja, quinta assoluta alle spalle di Virtus, Brindisi, Milano e Brescia. Il problema è che lontano da Varese i biancorossi vedono scendere il dato a 77,8. E sì che nei match vinti Varese ne piazza 93,8 di media ed è la migliore in questa voce statistica.
La situazione è invece favorevole a Cantù per quanto riguarda la difesa, o per lo meno la “concessione” dei punti all’avversaria di turno: 77,1 quelli segnati di media alla difesa biancoblu mentre Varese – e la famosa difesa di Caja – ne subisce un po’ di più, 78,6. Certo, conta il contesto, ma il dato va messo tra quelli su cui fare attenzione nel game plan della Openjobmetis.

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RIMBALZI BIANCOROSSI, STOPPATE BRIANZOLE

Due degli indicatori tipici del “reparto lunghi” danno indicazioni differenti. La Openjobmetis sembra superiore a rimbalzo (e d’altra parte ha anche il singolo giocatore più prolifico del torneo, Jeremy Simmons), l’Acqua San Bernardo invece spicca nettamente quando c’è da distribuire una stoppata. Iniziamo dalla lotta sotto i tabelloni: biancorossi non brillano ma sono comunque noni con 38 rimbalzi a partita, brianzoli non distanti ma comunque leggermente inferiori (12mi con 37,2). Simmons e soci funzionano meglio a rimbalzo offensivo, Burnell e compagni in quello difensivo. Tra le stoppate le due squadre sono agli opposti: Cantù comanda di gran lunga la graduatoria con ben 4,1 a partita (la Segafredo, seconda, ne piazza 2,9…) mentre Varese è penultima con appena 1,3, un decimo meglio del fanalino di coda Pistoia.

Kevarrius Hayes
foto Pall. Cantù

VARESE HA PIÙ MIRA (ma non deve approfittarsene)

Nelle statistiche al tiro, la Openjobmetis ha un vantaggio abbastanza robusto sui rivali: i biancorossi segnano con il 53,3% da 2 punti (i rivali con il 50,4%) e con il 34,1% da oltre i 6,75. In quest’ultima specialità Varese è ottava (comanda Brindisi con 38,7%) mentre Cantù è ultima e lontana con il 27,8%. Conviene, quindi, alla squadra di Caja intasare l’area e “battezzare” gli avversari dall’arco? No, perché la statistica non fa la storia della singola partita: diciamo che lo si può fare con un po’ di parsimonia ma senza abbassare la guardia. Per referenze, chiedere a Cremona battuta in casa (anche) dal 41% di Wilson e soci.

SIMMONS, MAYO E HAYNES

Sono tre i giocatori delle due squadre a comandare una classifica individuale in Serie A fino a questo momento. Due sono di Varese: si tratta di Jeremy Simmons, re del rimbalzo con 10,1 di media (il primo canturino è Hayes con 6,7) e di Josh Mayo, cecchino dalla lunetta con l’89,1% (77,8% per il brianzolo Wes Clark). Kevarrius Hayes è invece il leader assoluto della Legabasket per le stoppate: il 22enne pivot ne dà ben 2,6 a gara ed è già candidato a vincere questa classifica visto che chi insegue (Mitchell Watt) si ferma per ora a 1,2. Bene comunque, per Varese, Simmons: quarto con una “gola” a partita.

TOH, CHI SI RIVEDE (a Pesaro)

Cambio in panchina – il primo della stagione – a Pesaro, dove la Carpegna Prosciutti ha esonerato il giovane Federico Perego dopo le dieci sconfitte consecutive in questo durissimo avvio di stagione. Al suo posto torna una vecchia conoscenza anche di Varese, coach Giancarlo Sacco, fermo dall’inizio della scorsa stagione quando divorziò da Legnano. Sacco è nato proprio a Pesaro nel 1957 e ha allenato in due distinti periodi la Pallacanestro Varese disputando nel 1990 la finale scudetto proprio contro la Scavolini e tornando per otto partite nel 2001 con gli allora Roosters.

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Damiano Franzetti
damiano.franzetti@varesenews.it

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Pubblicato il 05 Dicembre 2019
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