Da dove nasce la poesia, origini e racconti

La poesia ha origine molto antica, è nata prima della scrittura. Deriva dal greco pòiesis, dal verbo pôiein, e significa fare, creare

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La poesia ha origine molto antica, è nata prima della scrittura. Deriva dal greco pòiesis, dal verbo pôiein, e significa fare, creare.

Nell’antichità la parola era l’unico strumento utilizzabile per raccontare leggende, avvenimenti importanti e trasmettere valori etici e culturali; elementi hanno posto le fondamenta per la civiltà moderna, dove è possibile anche trovare una miriade di poesie di natale.

Essendo la scrittura ancora ignota i poeti erano praticamente costretti a ricordare tutto a memoria.

Non si conosce esattamente la sua origine, si ritiene che sia stata inventata intorno al XVIII A.C. dai popoli baltaci, nell’attuale Finlandia.

Sono popoli che col passare degli anni hanno migrato nel Mediterraneo, stabilendosi in Grecia, facendo nascere la civiltà Egea.

Hanno portato in Grecia tutta la loro cultura: fatta di miti, leggende, canti, culto dei morti; senza tralasciare i loro valori: gloria, amore, rispetto per i genitori.

Iniziano a comparire i professionisti, gli Aedi o Cantori, figure sacre equiparate ai profeti.

Questo perché la creazione richiama l’aspetto divino, il poeta attiva il suo genio solo dopo aver ricevuto l’ispirazione dalle Muse le figlie di Zeus e di Mnemosine (la dea della Memoria), e guidate da Apollo.

Gli antichi consideravano la poesia un dono delle Muse agli uomini, dove i poeti fungono solo da semplici intermediari.

Quando il poeta riceve l’ispirazione divina, sulle ali dell’entusiasmo, viene trasportato dalle Muse in uno stato di realtà apparente e grazie a doni magici riesce a trasmettere il messaggio agli uomini.

La poesia presenta un aspetto sacro per tutta la civiltà arcaica. Prima di tutto il poeta non ne aveva il controllo, come scritto in precedenza era solo il mezzo attraverso il quale gli dei comunicavano con gli uomini.

Di fatto, non esistendo ancora la scrittura e altre forme di intrattenimento, era l’unico modo per rallegrare il pubblico.

La capacità di raccontare storie e narrarle mantenendo l’attenzione della platea, è stato per diversi secoli l’unico strumento capace di diffondere e sviluppare il bagaglio culturale della società e tramandare la filosofia dei principi e dei valori di interi popoli.

Nel mondo arcaico la poesia ha avuto quindi un ruolo attivo nello sviluppo intellettuale del genere umano.

La storia della nascita della poesia è sempre stata molto a cuore nelle figure di spicco nei secoli successivi, anche a millenni distanza.

Per esempio Michel de Mountaigne, filosofo e politico francese del ‘500, e Gian Battista Vico, filosofo e giurista italiano del XVII e XVIII secolo hanno ipotizzato che i Poemi dell’Iliade e dell’Odissea non furono scritti da Omero ma da più autori e che tra un’opera e l’altra ci siano ben 50 anni di differenza.

Questa teoria è stata sviluppata per la prima volta da Plutarco nel 120 A.C.; egli riteneva che i fatti mitologici non si sono verificati in Grecia, ma nei paesi baltici.

Nell’età contemporanea il professore nucleare Felice Vinci si è preso carico della vicenda. Studia la Questione Omerica da oltre 10 anni e ha fatto alcune scoperte che avvalorano la tesi plutarchica.

Omero ha avuto comunque un ruolo chiave nella stesura due opere: come collante, revisore e integratore di vicende

Nel corso degli anni, dopo la scoperta della scrittura, i poemi sono stati sbobinati e trascritti.
In merito i rapsodi hanno avuto un ruolo chiave, infatti sono stati i primi a imparare a memoria tutte le opere per poi replicarle per iscritto senza modificare il contenuto.

Successivamente con l’avvento di cantori, menestrelli e cantastorie, le poesie e i racconti epici hanno dato via a rappresentazioni molto più artistiche grazie a ballate, canzoni e ai racconti epici.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 12 Dicembre 2019
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