Gallarate ricorda il sacrificio di Angelo Pegoraro

Giovanissimo, non ancora in età di leva aveva scelto di unirsi alle brigate partigiane nel Novarese, poi di rientrare a combattere nel difficile territorio del Gallaratese: domenica la commemorazione

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Gallarate ricorda il giovane partigiano Angelo Pegoraro, ucciso davanti a casa nell’inverno 1945.

La commemorazione si terrà domenica 19 gennaio 2020, alle ore 11, al cortile della case di fianco alla chiesa di Cascinetta, in via Pegoraro (che porta appunto il nome del giovane patriota).

Angelo Pegoraro era nato nel 1927: giovanissimo operaio, era entrato nella Resistenza nel 1944, non renitente alla leva, ma fin da subito combattente consapevole, con il nome di battaglia “Falco”. Dopo l’esordio in una formazione del Medio Novarese, nel luglio del 1944 partecipò ad un’azione dei Gap a Besnate (Varese), poi si spostò nella zona di Villadossola (Novara), mentre a dicembre 1944 era ancora sulle colline del Novarese, partecipando alla battaglia di Suno.

Nell’inverno del 1945 i partigiani erano braccati ovunque: i boschi senza più foglie non danno più riparo, la caccia dei nazifascisti è feroce, gli Alleati sono bloccati sull’Appennino. Pegoraro rientra a casa per una notte, insieme a un compagno: il 16 gennaio del 1945 una pattuglia di repubblichini a caccia di renitenti la leva per il famigerato esercito della RSI sorprende Pegoraro a casa sua, alla Cascinetta. “Falco” viene ucciso sul posto, il suo compagno verrà fucilato a Sacconago di Busto Arsizio.

La commemorazione di domenica è, come ogni anno, organizzata dall’Anpi, “tenendo fede ad una tradizione pluriennale mai venuta meno, che affonda le sue radici nella Resistenza partigiana e nella lotta per la Libertà al nemico nazifascista”, “per rimarcare la missione istituzionale dell’Anpi a difesa della Democrazia e della Libertà duramente conquistate”.

 

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 13 Gennaio 2020
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