Reddito di Cittadinanza: a che punto è la “fase due”?
Abbiamo parlato proprio negli scorsi giorni, in quest’articolo, dei numeri relativi alla provincia di Varese per quel che riguarda i percettori del Reddito di Cittadinanza, misura di welfare attiva oramai da diversi mesi.
Tra le varie statistiche, quella più rilevante è sicuramente quella relativa al numero di percettori attuali: nella provincia di Varese il Reddito di Cittadinanza è riconosciuto a 15.152, ovvero a 6.270 nuclei familiari, e l’importo medio della sovvenzione mensile risulta pari a 480 euro.
Il Reddito di Cittadinanza come strumento di inserimento lavorativo e sociale
Questo strumento di sostentamento economico verso le fasce di popolazione più in difficoltà, dunque, continua ad essere erogato, tuttavia il Reddito di Cittadinanza è stato sempre presentato come una politica finalizzata all’inserimento lavorativo, non come un puro supporto assistenziale.
Proprio sul versante lavoro si registrano le maggiori perplessità: quella che viene denominata “fase due”, ovvero l’accompagnamento al lavoro dei percettori affinché possano divenire autonomi e poter fare a meno del sussidio, è ancora un grande punto interrogativo.
Fin dal principio, in realtà, vi erano alcuni dubbi sulla reale possibilità di collocare un così elevato numero di persone sul territorio nazionale, senza peraltro trascurare che il Reddito di Cittadinanza è riconosciuto soprattutto a cittadini che hanno dei bassi livelli di scolarizzazione e che, quindi, potrebbero risultare poco interessanti agli occhi delle imprese private.
Il potenziamento dei Centri per l’Impiego e l’assunzione dei navigator
In quest’ambizioso progetto voluto dal Ministero del Lavoro è stato previsto un potenziamento dei Centri per l’Impiego, potenziamento che, ad oggi, sembra essere avvenuto soltanto in modo parziale.
Molti di questi uffici versano in condizioni oggettivamente poco consone, proprio in questi giorni, peraltro, sono state pubblicate in rete alcune notizie poco confortanti relative ad alcuni CPI del Meridione, i quali sarebbero riusciti a procurarsi dei semplici consumabili per stampante, come quelli acquistabili in e-commerce specializzati come lamiastampante.it, solo grazie a delle raccolte fondi.
Per agevolare l’incrocio tra domanda di lavoro e percettori di Reddito di Cittadinanza sono stati inoltre assunti con un contratto di collaborazione quasi 3.000 navigator: spetta a queste figure, quantomeno in teoria, assegnare ai percettori del sussidio delle offerte di lavoro “congrue”.
I navigator sono regolarmente contrattualizzati dalla fine del mese di luglio, tuttavia il loro ingresso in operativo è stato piuttosto lento, soprattutto in Lombardia.
Le politiche attive entrano nel vivo
Nei primi mesi i navigator, i quali sono stati affiancati agli operatori dei Centri per l’Impiego, hanno effettuato i vari step amministrativi previsti dalla legge, dunque hanno convocato i percettori del Reddito di Cittadinanza, hanno tenuto un colloquio e ne hanno prodotto un “profilo” per agevolare il reinserimento lavorativo.
Ora la fase entra nel vivo, dunque questi professionisti devono contattare delle aziende per proporre l’assunzione dei cittadini.
L’auspicio è, ovviamente, che quest’obiettivo possa essere raggiunto, tuttavia non si può negare il fatto che buona parte dei cittadini nutrano dello scetticismo: ad oggi pare che a trovare un lavoro sia stato poco più del 3% dei percettori del Reddito di Cittadinanza su scala nazionale, non è chiaro peraltro se ciò sia avvenuto tramite l’intermediazione dei Centri per l’Impiego o meno, la piattaforma informatica centralizzata per l’incrocio tra domanda e offerta, inoltre, risulta ancora priva di offerte di lavoro.
Quelli a venire saranno dunque i mesi “della verità” per quel che riguarda le cosiddette politiche attive correlate al Reddito di Cittadinanza.
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