Salviamo il ristorante liberty del Campo dei Fiori

Egregio signor
direttore

Sono nuovamente apparse notizie sullo stato di degrado del ristorante liberty Belvedere, facente parte del complesso dell’ex Grand Hotel del Campo dei Fiori, di cui si parla nel recente volume, curato da Italia Nostra, “Il Gigante e la Montagna”. Spero che la nuova proprietà – la quale mi risulta essere vicina ad una delle più importanti imprese edilizie del Varesotto – possa intervenire e rivalorizzare l’edificio di notevoli qualità.

Fin da ora, l’immobile è soggetto alle disposizioni del codice dei beni culturali (d.l. 42/04) e pertanto la competente sopraintedenza dovrebbe esercitare la vigilanza, coordinandosi anche con la regione, come previsto dall’art.18 dello stesso codice. I privati proprietari sono poi tenuti a garantire la conservazione del bene, come prevede l’art.30 del codice citato.

Ciò può essere loro imposto dal ministero, al fine di assicurarne la conservazione (art.32). E’ possibile anche richiedere un suo intervento finanziario (art.35). Direi che, oltretutto, il ristorante potrebbe essere rilanciato sul mercato. L’altro esistente al Campo dei Fiori – sia pure di modeste proporzioni – mi risulta faccia buoni affari ed al Sacro Monte abbiamo l’esempio di un albergo ristorante, anch’esso appartenente alla stessa epoca, che ha ottenuto ultimamente un notevole rilancio.
Poiché la situazione attuale presenta uno stato di pericolo, è autorizzato ad intervenire anche il sindaco, nella sua qualità di ufficiale di governo, in forza dell’art.54 del testo unico degli enti locali. Quindi, volendo, i mezzi ci sono. Bisogna che si aggiunga la buona volontà.
Cordiali saluti.

Avvocato professor Mario Speroni