Il racconto dell’Ancella arriva in salone Estense e conquista Varese
Viola Graziosi mette in scena il libro di Margaret Atwood da cui è tratta la nota serie, e incanta il pubblico di Parola di Donna. Prossimo appuntamento martedì 4 con "i Promessi sposi alla prova" di Testori

Un’interpretazione convincente ed emozionante di Viola Graziosi ha suggellato sabato sera 1 febbraio al Salone Estense il secondo affollato spettacolo della rassegna Parola di Donna 2020: un monologo tratto da Loredana Lipperini in forma di radiodramma da Il racconto dell’Ancella di Margaret Atwood, il romanzo che la scrittrice canadese pubblicò nel 1985.
Viola Graziosi l’aveva recitato in versione radiofonica a Radio 3 per l’8 marzo. Ne era rimasta così intimamente colpita da volerlo reinterpretare a teatro nell’adattamento di Graziano Piazza, suo abituale regista e compagno di scena e di vita.
A maggior ragione valeva la pena farlo, dopo il vastissimo interesse di pubblico dell’omonima serie televisiva, che ha mostrato l’attualità sorprendente di una rappresentazione estrema e paradossale di tirannide maschilista totalitaria: ambientata dalla Atwood nell’imminente futuro degli anni 2000, in un’America infestata da un ossessivo ipertradizionalismo fondamentalista protestante. La donna come oggetto procreatore, imprigionata nel ruolo meramente animale di fattrice di figli e devotamente succube del maschio padrone, fino a convincersi della assoluta normalità e giustezza della sua schiavitù.

La Graziosi vi ha dato corpo con una capacità di identificazione totale, trasportando il pubblico in un’atmosfera allucinata e allucinante, rimarcata in sottofondo dalle musiche tesissime di Riccardo Amorese e dalla suggestione eccentrica dell’abside-palcoscenico del Salone Estense, illuminata a sprazzi mutevoli nella sua spiazzante armoniosità settecentesca.
Un testo certamente non facile, la cui estremizzazione concettuale ed emotiva non poteva non stimolare la riflessione critica dello spettatore, sollecitata dalla presentazione iniziale e dal commento finale della scrittrice e giornalista Raffaela Carretta (Io Donna-Corriere della Sera), coadiuvata a fine spettacolo dagli interventi delle psicoanaliste Enrica Minazzi e Valeria Maiano dell’associazione Jonas Varese e della stessa attrice protagonista. Lunghi applausi del pubblico hanno mostrato che una provocazione narrativa così acuta aveva lasciato il segno.
Motivo in più per proseguire nella partecipazione ad una rassegna teatrale che così intensamente propone spettacoli sulla complessità e ricchezza dell’identità femminile, e che prosegue in collaborazione con la Stagione di Prosa martedì 4 febbraio alle 21.00 al Teatro Openjobmetis con I Promessi Sposi alla prova, di Giovanni Testori, con Laura Marinoni e Luca Lazzareschi e la prestigiosa regia di Andrée Ruth Shammah. Biglietti presso il Teatro e l’Agenzia Giuliani Laudi.
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