Anche Grigina, l’ultima della colonia felina di Ferno, “trova casa”

Lieto fine per Grigina, la quarta micia della colonia di Ferno, che ha trovato una casa

colonia felina ferno

L’episodio di sangue avvenuto nella colonia felina della scuola primaria di Ferno ne aveva causato lo “scioglimento” e, quindi, la cattura dei gatti. O, almeno, non di tutti. Dei tre animali “superstiti” della colonia, solo due erano stati presi; una, invece, Grigina, è ormai diventata la beniamina degli abitanti della zona della primaria, che in questi mesi le si sono affezionati.

Sangue alla colonia felina di Ferno, gatto ucciso a bastonate

«Chiamatela stupida», racconta la volontaria e “gattara della città” Enza Lanzafame, «la micia è molto furba e ormai aveva capito che volevo “catturarla”, non si è fatta di certo prendere». «Dopo l’uccisione di Negretto, dei tre della colonia uno è andato in adozione, un altro è rimasto in tattile perché molto selvatico; mancava solo lei», continua Lanzafame, che da subito si era battuta per non far disperdere la colonia.

«Avevo deciso di lasciarla tranquilla per un certo periodo di tempo, ma volevo assicurarmi che avesse di che nutrirsi. Così ho chiesto ad un signore presso cui vedevo che si rifugiava quando tentavo di catturarla per portarla al tattile di nutrirla: l’ha presa a cuore e si è affezionato», spiega Lanzafame, che, al pensiero di salutare l’amica pelosa, si definisce «contenta ma anche triste, perché non dimenticherò mai la mia colonia felina: ci ho messo il cuore e ci ho anche lasciato un pezzo, Negretto, che è stato un compagno di vita e di sicuro mi starà ancora vicino».

Lanzafame si è occupa a spese sue per quattro anni di Grigina e degli altri gatti e mercoledì 22 aprile ha ottenuto dal sindaco, Filippo Gesualdi, e dalla Polizia Locale il permesso di poter “continuare il suo lavoro all’esterno della scuola” e andare a trovare Grigina: «Ho preso la dolcissima decisione di lasciare Grigina, l’ho vista in buona salute: è stata sfamata dal signore».

Lanzafame promette che andrà comunque a trovarla qualche volta, «per sentirmi ancora partecipe della sua vita».

Nicole Erbetti
nicole.erbetti@gmail.com

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Pubblicato il 23 Aprile 2020
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