“Sono qui per raccontare come va”: la maestra scrive agli alunni
In questi giorni così difficili e strani, l'impegno educativo va avanti, in forme diverse. Le riflessioni di una docente di scuola primaria
Sono qui per raccontare come va.
Dal 23 febbraio a tutti è cambiata la vita.. un virus ci ha privato della nostra libertà, dei nostri affetti, dei nostri cari.. addirittura, un virus, la vita la sta facendo perdere.
In poche righe vorrei riportare la vita e i pensieri di una maestra in questo tempo.
Le prime settimane sono state molto faticose.. ritmi nuovi, il dover capire come trovare una quotidianità, il riorganizzare le giornate, il sentire le notizie mi faceva tanto male al punto di arrivare a provare rabbia.. ero nella zona di paura.
La svolta c’è stata nel momento in cui ho iniziato ad accettare tutto ciò, ho preso coscienza di quello che stava accadendo, ho ascoltato il TG senza farmi prendere dal panico, ho ringraziato per quanto ricevuto ogni giorno. Sono stata nel presente e ho custodito la mia gioia, fatta di
piccole cose, mi sono adattata ai cambiamenti con i miei tempi coltivando la creatività.
In tutto ciò.. la scuola. I bambini, il loro profumo, il suono delle loro voci, i loro abbracci, la loro gioia, le risate.. mancano. La classe è un luogo così intimo per chi lo vive.. la classe ora è nata nelle nostre case. La scuola ora, “si fa fuori dalla scuola”.
Come molti sapranno è il tempo della Didattica a distanza, un nuovo modo di insegnare. Le mie giornate trascorrono al PC.. dalla mattina alla sera! Il desiderio è di arrivare a tutti i bambini. Molte domande nascono in questo modo nuovo di fare didattica: arriveremo a tutti i bimbi? Le famiglie con più figli, come faranno ad organizzarsi? Le famiglie staranno comprendendo che le docenti si impegnano per continuare a tenere uniti i piccoli? I genitori con bimbi disabili, come staranno affrontando tutto ciò? Le famiglie avranno trovato un loro equilibrio? Alcune, come reagiscono stando così tanto tempo a casa, visto che il lavoro spesso ti tiene lontano tutto il giorno? Quanto andremo avanti così?
Purtroppo, sono a conoscenza delle difficoltà che molti genitori stanno incontrando e che non tutti i contesti familiari hanno supporti tecnologici.. ma non arrendetevi perché non siete soli. Noi insegnanti sappiamo che il lavoro che state svolgendo è immane; continuate a collaborare per il bene dei vostri figli e, se avete delle difficoltà, parlatene con le vostre maestre.. le soluzioni si trovano sempre!
So che è un momento complicato, ma alle colleghe chiedo di non mollare, di continuare perché ciò che conta, al di là dall’apprendimento e del programma “da portare avanti” è la relazione, è far sentire che ci siamo.. oltre un PC! E i bambini, che hanno quel di più rispetto a noi grandi.. lo sentono e ne hanno bisogno!
Non sappiamo cosa accadrà da qui a settembre.. non lo sappiamo, ora siamo chiamati a stare nell’oggi, a rispettare le regole, a fare delle rinunce perché in conto c’è la vita. Con il dono della vita non si scherza e, credetemi, i racconti sentiti da persone care che hanno visto ciò che accade negli ospedali non sono belli.
Il mio augurio è che a settembre si possa ritornare tra i banchi.. solo l’idea mi emoziona e riempie il cuore.. Sarebbe un ritorno alla normalità, non sapremo in quali modi.. ci è consegnato il tempo dell’attesa. Forse nei mesi a venire ci preoccuperemo di come bisognerà fare scuola, ma come ricorda Don Milani, è bene avere a mente “come bisogna essere per fare scuola” e “farla insieme, partendo dal basso, dal punto di vista del bambino”.
La storia insegna, sempre.
Con affetto e il cuore vicino, A.
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