“No all’ospedale unico con meno letti di quelli presenti oggi tra Busto e Gallarate”
Dodici consiglieri comunali, di centrosinistra, civici e di centrodestra, chiedono al sindaco Cassani di non sostenere l'ospedale unico, se non con precise condizioni

«No all’ospedale unico con meno letti di quelli presenti oggi tra Busto e Gallarate». Se la Regione intende andare avanti con il progetto di ospedale unico Gallarate-Busto, sul territorio si riaffaccia l’opposizione al progetto.
Quella radicale di chi dice no del tutto all’idea del polo unico (come il Comitato per il Diritto alla Salute), ma anche quella di chi parte – almeno – dalla richiesta di adeguate tutele.
Il punto di partenza è ovviamente l’attuale emergenza Covid-19, che ha mostrato – drammaticamente – che il tema dei posti disponibili negli ospedali non è superato, che avere “riserve” per eventuali emergenze è un punto centrale.
D’altra parte è stato lo stesso assessore alla salute della Regione, Giulio Gallera, a ribadire in un’intervista: si va avanti, il progetto dell’ospedale unico non è superato.
E dunque? Ora si riparte dal livello comunale. E si riparte con la presa di posizione che le forze di minoranza (che pure sono quasi il 50% del consiglio) di Gallarate chiedono al sindaco Andrea Cassani.
Lo strumento è una mozione da portare in consiglio e che appunto, se approvata, impegnerebbe il sindaco «a non aderire ad un accordo di programma che preveda la creazione dell’ospedale unico Gallarate-Busto Arsizio con meno posti letto degli esistenti ospedali di Gallarate e Busto Arsizio e non coadiuvato da adeguati presidi di sanità territoriale nel Comune di Gallarate».
La richiesta è firmata dai consiglieri Giovanni Pignataro, Margherita Silvestrini, Anna Zambon, Carmelo Lauricella; Edoardo Guenzani, Danilo Barban, Sebastiano Nicosia, Matelda Crespi, Rocco Longobardi, Leonardo Martucci, Luca Carabelli, Luigi Fichera. Centrosinistra, civiche e “critici” del centrodestra insieme arrivano a dodici, contro tredici di maggioranza.
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