Villa Cagnola, il 3 giugno si riparte

Si comincia dal comparto camere e ristorazione: l'accesso verrà regolato da un tornello con termoscanner. Parco aperto soltanto per gli ospiti. La collezione d'Arte resta, per ora, chiusa

Villa Cagnola

È un luogo di accoglienza, in cui cultura e spiritualità si fondano. Villa Cagnola, a Gazzada Schianno, è molto più di un albergo, di un ristorante, di un centro congressi: è il cuore pulsante di una provincia che si apre al mondo.

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L’emergenza coronavirus ha fermato tutte le attività, compresa quella della bella struttura situata nella parte alta del paese. Ma ora che si sta pensando alla riapertura degli alberghi, anche a Villa Cagnola ci si prepara alla Fase 2, con tutte le precauzioni del caso: riaprirà mercoledì 3 giugno, ma solo il “comparto” camere e ristorazione (le stanze, tra singole, doppie e suite, sono una settantina).

Gli ambienti prima dell’apertura, poi quotidianamente, verranno sanificati ed igienizzati, secondo un protocollo interno rigoroso, spiegano i responsabili della gestione della struttura, in modo da garantire agli ospiti ambienti salubri e un soggiorno in sicurezza. L’accesso verrà regolato da un tornello con termoscanner, di modo da evitare assembramenti.

Il parco

Villa Cagnola si affaccia su un parco e gode di una splendida vista panoramica sul lago di Varese e l’arco prealpino e alpino.  Il parco fu risistemato dal Carlo Cagnola che creò le aiuole del giardino all’italiana e lo impostò alla maniera dei grandi parchi romantici. In sintonia con la moda del XIX secolo che favorì l’introduzione di specie esotiche, anche in questa villa è possibile ammirare esemplari arborei monumentali e maestosi.

L’accesso al parco, che solitamente è consentito anche agli esterni, per il momento sarà permesso soltanto agli ospiti: potrà visitarlo e passeggiarci solo  chi soggiorna in Villa oppure si ferma al ristorante o al bar.

La collezione d’arte

Ancora chiusa al pubblico, anche, la Collezione d’Arte. La Collezione contiene una delle più belle raccolte private di dipinti su tela e su tavola di pittori toscani e veneti del Trecento e Quattrocento e lombardi del Quattro e Cinquecento. Comprende anche una delle più ricche e complete raccolte di ceramiche: maioliche e porcellane europee ed orientali, che spazia dall’inizio del Trecento alla fine dell’Ottocento. Notevoli sono anche i numerosi arazzi fiamminghi e francesi, i preziosi mobili antichi, le placchette in bronzo e le sculture. Ma le visite sono rimandate alla fase 3.

«Nel periodo di chiusura, per accompagnare fuori casa i nostri clienti, almeno con lo sguardo e l’immaginazione, abbiamo installato una webcam con vista Monte Rosa e lago di Varese», dicono ancora i responsabili. Perché, alla fine, niente può fermare la bellezza.

 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 18 Maggio 2020
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