La prima “Dodò” ricorda Tinin Mantegazza

È scomparso il 31 maggio Tinin Mantegazza, il papà di Dodò, pupazzo dell'Albero Azzurro animato da Gabriella Roggero

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Se n’è andato ieri sera, domenica 31 maggio, Tinin Mantegazza, artista poliedrico che ha toccato il cuore di generazioni di bambini con Dodò, il protagonista della nota trasmissione tv “L’Albero Azzurro”, in onda per decenni dalla metà degli anni ’80.
Tinin era il padre di questo pupazzo, nato da un suo bozzetto, come era padre, artisticamente parlando, di Gabriella Roggero, burattinaia angerese che, giovanissima, di Dodò è stata la prima animatrice. “Era un uomo dolce e accogliente – ricorda Gabriella – era un grande per l’arte e per me un personaggio importantissimo, come sua moglie Velia, sia a livello professionale che personale“.

gabriella roggero tinin

“Andavo a trovarlo a Sorrivoli, sulle colline Romagnole, perché gli volevo bene – racconta l’animatrice – negli ultimi anni la malattia gli rendeva difficile la vita, ma lui ha comunque scritto, organizzato, si è attivato”.
Il ricordo più caro in un abbraccio (in foto), qualche anno fa: “Avevo 44 anni, eravamo al Castello di Sorrivoli (Ce) di Roncofreddo, dove si svolgeva uno dei tantissimi appuntamenti del Festival dei burattinai burattini come ogni agosto di ogni anno – lui ne è stato l’ideatore e fondatore, come altre rassegne in altre regioni come in Piemonte la rassegna dei Grandi burattinai d’Italia a Silvano d’Orba (AL) – Era il momento più difficile della mia vita e lui mi ha abbracciato, mi ha sostenuto, mi ha incoraggiata. Proprio quello di cui avevo bisogno”.

Nel ricordo di Gabriella c’è tanta devozione e gratitudine “perché Tinin e Velia mi hanno dato in mano Dodò, la loro creatura, e con loro ho imparato tantissimo”. Proprio a Tinin Mantegazza, con cui è sempre rimasta in contatto, è dedicato uno degli ultimi spettacoli della Compagnia Roggero, Papparada Show (2018): “Un segno di riconoscenza perché si è adoperato tutta la vita per  promuovere l’arte del teatro di figura”, spiega Gabriella Roggero.

A ricordare Tinin Mantegazza nel capoluogo meneghino (dove ha vissuto) è Roberto Cenati, presidente provinciale di Anpi (l’Associazione nazionale partigiani italiani cui era tesserato), ricordandone l’impegno per diffondere, attraverso l’arte, i valori di solidarietà e antifascismo: “Con Dodò – ha scritto – moltissimi bambini hanno imparato a superare le loro paure, ad apprezzare il valore della solidarietà e dell’amicizia, a scoprire la ricchezza della diversità”.

Illustratore di alcuni libri per bambini di Massimo Carlotto, Tinin Mantegazza è stato anche autore di libri per l’infanzia (come “I tre porcellini e il lupo puzzone” e “La storia di Rosanna detta Capuccetto Rosso”), e di racconti. Tra cui “La libraia di piazzale Loreto – Vie, piazze e storie di Milano in guerra e liberata”.

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Pubblicato il 01 Giugno 2020
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