Brucia il pallone per una festa di Sant’Eusebio inedita
Non c’è stata la tradizionale fiaccolata con partenza da Vercelli, dove sono conservate le spoglie di Sant’Eusebio, ma la celebrazione è stata comunque partecipata e sentita
«Una festa diversa, inedita e speriamo unica, che riporta al centro la celebrazione liturgica sull’esempio di Sant’Eusebio».
Con queste parole don Emilio Rimoldi ha inaugurato le celebrazioni della festa del santo che dà il nome alla Comunità Pastorale di Casciago, sul prato davanti alla chiesetta millenaria. Sono arrivati in tantissimi, tutti muniti di mascherina e distanziati nel rispetto delle norme anti contagio, per assistere al momento delle celebrazioni storicamente riservato ai casciaghesi doc, con la messa e l’incendio del pallone simbolo del martirio.
Non c’è stata la tradizionale fiaccolata con partenza da Vercelli, dove sono conservate le spoglie di Sant’Eusebio, ma la celebrazione è stata comunque partecipata e sentita. Insieme a don Emilio anche don Giuseppe Cadonà, al suo ultimo Sant’Eusebio prima di partire per il nuovo incarico a Luino.
«Sant’Eusebio era un vescovo a servizio della vera fede, è stato cacciato in esilio, non correggeva per umiliare, ma per la comunione della Chiesa, non per far vincere una parte o l’altra, ma per l’unità – ha detto don Emilio -. Fu inviato da Papa a Vercelli dove inventò un nuovo modo per annunciare il Vangelo, in una zona di campagna. Insegna a tutti noi a dare l’esempio, ad insegnare, a farsi accanto e percorrere la buona strada insieme».
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