Dopo i cambi in giunta arriva la mozione di sfiducia al sindaco di Oggiona con Santo Stefano
I consiglieri di minoranza criticano i ripetuti avvicendamenti in giunta, in particolare sul delicato capitolo all'urbanistica. E chiedono la "conta" per capire se Stefania Maffioli abbia ancora la maggioranza
Dopo le dimissioni dell’assessore Colombo e la successiva sostituzione con Roberto Veronese, arriva anche la mozione di sfiducia (politica) al sindaco Stefania Maffioli.
È l’opposizione a chiedere la “conta” per capire se il sindaco abbia ancora la fiducia della maggioranza del consiglio comunale.
Nella loro richiesta, i consiglieri di minoranza Aurora Leone, Andrea Malnati, Stefano Baggini e Angelo Zuppelli dicono al sindaco che la mozione di sfiducia è prima di tutto “conseguente alle ripetute dimissioni dagli assessorati più importanti, che hanno coinvolto la Sua amministrazione nel corso del mandato elettorale”.
Maffioli, che quindici anni fa era stata sfiduciata (indirettamente) dal consiglio, ha nel tempo perso tre diversi assessori. «Il dimissionario Colombo era già subentrato al primo assessore all’urbanistica, anche lui esterno, dunque nominato su base fiduciaria dal sindaco come suo stretto collaboratore» contesta Aurora Leone, consigliere di minoranza. «E prima ancora c’erano state le dimissioni dell’assessore al bilancio Gasperoni: da allora il sindaco si è tenuta la delega al bilancio, pur non avendo competenze specifiche in materia».
La critica si appunta poi al capitolo specifico dell’urbanistica: «Ci chiediamo quali siano le motivazioni profonde che hanno portato non uno, ma due assessori all’urbanistica alle dimissioni».
Oltre alle girandola di nomi delegati all’urbanistica, la mozione di sfiducia – che dovrà andare nel prossimo consiglio comunale – è richiesta anche alla luce di altri elementi: “il voto contrario di un Consigliere eletto nelle lista di maggioranza, la mancanza di rispetto nei confronti del Consiglio Comunale in occasione dell’intervista rilasciata e pubblicata dal quotidiano locale prima del Consiglio Comunale, la mancanza di scuse ufficiali per l’increscioso evento, il tentativo di prevaricare il Consiglio Comunale anticipando decisioni che non rientrano nelle Sue funzioni”.
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