Il Viandante ha chiuso: “Ma è una storia che non deve finire”

Questa mattina saluti e lacrime nel centro diurno di via Grandi che da cinque anni è un punto di riferimento per senzatetto e persone fragili

Varese - Il Viandante, l'ultimo giorno in via Grandi

Occhi lucidi, commozione e tanta tristezza, ma anche la voglia e il bisogno di darsi appuntamento subito, con urgenza, in un altro luogo ma sempre nel nome dell’affetto e della vicinanza umana. Si è chiusa così questa mattina, con una piccola festa carica di sorrisi, di lacrime e di  gesti semplici, la storia del centro diurno Il Viandante di via Grandi. 

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Varese: ultimo giorno al centro diurno Il viandante 4 di 7

Per cinque anni le due vetrine circondate dall’edera ed abbellite da piccoli fiori sono state il punto di riferimento per le persone più fragili: senzatetto, persone ai margini della società, anime lasciate sole. Un’umanità dolente e sofferente che in questo luogo ha trovato lo spazio per riscaldarsi, per mangiare un panino, farsi una doccia, lasciare per qualche ora la valigia o i sacchetti dove spesso è rinchiusa tutta una vita. Un luogo, soprattutto, dove trovare il calore umano e la vicinanza che spesso agli ultimi sono negati.

Lo sfratto che pendeva sul centro da mesi è diventato realtà. Domani, le porte di via Grandi non riapriranno e Maria Rosa Sabella, referente dell’associazione “Camminiamo insieme” che ha creato e gestito questa straordinaria esperienza di solidarietà, non si dà pace: “C’è tanta tristezza ma voglio avere fiducia, voglio credere che Varese sappia riconoscere il valore di questo progetto che di sicuro non può chiudersi qui. Settimana prossima si riunirà il tavolo convocato dal Comune e spero che si possa arrivare ad una soluzione che permetta di dare una risposta a queste persone. Persone che, da domani, saranno per la strada senza nemmeno il conforto di un luogo dove trascorrere qualche ora sentendosi accolti, dove poter stare tranquilli e al sicuro, a “casa”».

Accanto a Maria Rosa anche oggi c’è la combattiva Gisa Legatti, storica esponente del volontariato varesino e anima di tante battaglie per i diritti: «Maria Rosa andrebbe premiata per quello che ha fatto, in particolare per come è stata accanto a queste persone con discrezione e tenacia, facendosi carico della gestione del centro anche nei mesi più difficili del Covid. L’ho conosciuta anni fa e mi ha  letteralmente conquistata quando mi ha raccontato che nel the caldo che portava ai senzatetto ci metteva anche un po’ zenzero, perché scalda e aiuta le difese immunitarie. Un gesto così prezioso, delicato e pieno d’amore che mi ha catturata».

Da domani Maria Rosa Sabella e i volontari dell’associazione torneranno sulla strada, insieme ai loro “utenti”.

Quello di oggi, infatti, non è un addio e a tutti Maria Rosa Sabella dice “Ci vediamo domani”. Dove? «In stazione, in strada, sulle panchine. Dove andranno li raggiungeremo e porteremo loro qualcosa da mangiare, un po’ di the caldo, una parola e un sorriso che li facciano sentire accolti».

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Pubblicato il 31 Agosto 2020
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