In tempo di Covid, la cresima si somministra con il “cotton fioc”
Le indicazioni arrivano dall'Avvocatura della Diocesi che invita a bruciare gli strumenti utilizzati subito dopo l'uso

Cresime anche durante l’emergenza sanitaria , ma con regole precise. Dopo l’estate, anche le parrocchie riprendono le attività stravolte dal lockdown.
La Diocesi di Milano ha dato alcune indicazioni per quanto riguarda prime comunioni e cresime che potranno essere effettuate nel periodo ottobre- novembre, cioè prima dell’Avvento.
Data la capacità di riorganizzare e far partire la macchina, l’Avvocatura della Curia arcivescovile ha fornito alcune indicazioni pratiche per lo svolgimento della funzione in modo rispettoso delle regole sanitarie.
In particolare, si prevede :
«Per la celebrazione delle Cresime si seguiranno le seguenti disposizioni:
– I cresimandi tra loro e con il rispettivo padrino manterranno la distanza interpersonale di un metro per tutta la celebrazione, salvo che al momento della crismazione.
– Durante tutta la celebrazione, compresa la crismazione, i cresimandi e i padrini dovranno indossare la mascherina.
– I cresimandi in fila per ricevere il Sacramento dovranno mantenere la distanza interpersonale di un metro con chi sarà davanti.
– Il Ministro indosserà la mascherina al momento della crismazione e igienizzerà le mani.
– Arrivati davanti al Ministro, il padrino si avvicinerà al cresimando e metterà la mano destra sulla sua spalla.
– Per l’unzione si usi, secondo le disposizioni CEI del 22 luglio 2020, “un batuffolo di cotone o una salvietta per ogni cresimando”. Si suggerisce l’utilizzo di bastoncini cotonati biodegradabili. Lo strumento usato per la crismazione dovrà essere bruciato al termine della celebrazione.
– La mano del Ministro traccerà con il sacro crisma una croce sulla fronte del cresimando secondo le disposizioni liturgiche e nel compiere il gesto espressivo dell’imposizione della mano avrà cura di non toccare con essa il capo del cresimando.
– Il Ministro scambierà la pace con il cresimato pronunciando le parole previste dal Rituale ma senza alcun contatto fisico»
Cerimonie permesse, dunque, ma considerando la ridotta capienza delle chiese, non potranno essere delle feste familiari allargate a parenti e amici, ma funzioni raccolte che porranno eccezionalmente essere gestite anche dai parroci stessi.
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