Al Sacro Monte si inaugura la “nuova” Scalea liberty del Sommaruga

Il restauro, dopo la scoperta dell'opera "inedita", è stato voluto da Italia Nostra Varese. Inaugurazione domenica 11 alla presenza del sindaco, del presidente del parco dei fiori e altre autorità

Scalea del Sommaruga al sacro Monte di Varese

E’ stato un lavoro importante e partecipato di restauro, e merita una inaugurazione sentita, anche in questi tempi di Covid: domenica 11 ottobre si inaugura nel borgo di S.Maria del Monte il restauro della Scalea liberty realizzata dal celeberrimo architetto dell’epoca, Giuseppe Sommaruga.

L’appuntamento è alle 11.30, nel posto dove sorge la scala, subito dietro la funicolare del sacro Monte, alla presenza del Sindaco di Varese, del Presidente del Parco del Campo dei Fiori e di altre Autorità.

Il restauro è stato promosso dalla Sezione di Italia Nostra di Varese, finanziato con una raccolta fondi tra i soci, ed ha avuto il contributo della Fondazione Comunitaria del Varesotto e del lascito Monti di Italia Nostra Lombardia.

LA STORIA DEL RESTAURO

La Sezione di Varese di Italia Nostra, nell’anno del centenario della morte di Sommaruga (2017), ha promosso una sottoscrizione tra i soci e suoi simpatizzanti per il restauro della scalea e per far conoscere un’opera dell’architetto Giuseppe Sommaruga praticamente inedita, che versava in uno stato di manutenzione molto carente.

A questi contributi si sono aggiunti anche quelli della Fondazione Comunitaria del Varesotto e del Consiglio Regionale di Italia Nostra tramite il “Lascito Monti” finalizzato ad opere di restauro in Lombardia.

Il manufatto era stato progettato dal Sommaruga nel 1910, come si è scoperto da un documento rinvenuto negli archivi comunali, a completamento dei lavori della funicolare, per agevolare la salita al Santuario, collegando le attuali due vie Fincarà e Sommaruga. 

COSA E’ STATO FATTO

Il progetto di restauro è stato curato dall’architetto Bruno Bosetti (Vice-Presidente di Italia Nostra) coadiuvato dall’Ingegner Massimo Propersi, ed è consistito nel riposizionamento e sigillatura di alcuni gradini e cippi in pietra smossi, nella ripulitura e protezione con apposite tecniche sia dei manufatti in pietra (cippi, gradini) sia di quelli in ferro battuto, che sono da attribuire con ogni probabilità alla bottega del mastro ferraio Mazzucotelli, che realizzò anche le opere in ferro battuto al Grand Hotel Campo dei Fiori, che si stava costruendo nello stesso periodo. I lavori sono stati eseguiti dall’impresa di restauri Arkè di Varese.

Una particolare attenzione e ricerca ha richiesto la scelta dei nuovi corpi illuminanti. Visto che quelli esistenti sono incongrui con la tipologia dei pali in ferro battuto, poichè risultano avvitati tramite degli spezzoni di ferro posticci. Dopo un’accurata ricerca documentale su quella che poteva essere la tipologia delle lampade originali, in accordo con la Sovrintendenza, si è deciso di installare quelle di tipo“a lampara” appese ai bracci sporgenti dei pali, che con ogni probabilità erano stati predisposti a questo scopo. Questo tipo di lampade soddisfa anche i requisiti anti inquinamento luminoso.

UN ITER BUROCRATICO DIFFICILE PER UN RISULTATO IMPORTANTE

L’iter burocratico per la realizzazione dell’opera è stato particolarmente laborioso poichè si tratta di opera pubblica realizzata da un soggetto privato: si è dovuta stipulare un’apposita convenzione, oltre a dover richiedere l’approvazione degli Enti preposti (Comune, Parco del Campo dei Fiori, Soprintendenza), si è anche dovuto attendere la realizzazione di opere di messa in sicurezza di alcuni massi pericolanti.

In ogni caso si è riusciti a portare a termine i lavori che era già stati ultimati a dicembre, ma che poi causa stagione invernale e lock-down non si sono potuti inaugurare.

Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

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Pubblicato il 07 Ottobre 2020
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