Lunghi: “Con tante aree dismesse e abbandonate, il nostro territorio ha grosse opportunità”

C'è modo di dare nuova vita al passato industriale di Varese e del varesotto, creando nuove e diverse opportunità? E' il quesito che abbiamo approfondito con Fabio Lunghi, presidente della Camera di Commercio di Varese

L'area dell'ex Aermacchi di Varese

A Varese c’è l’area dell’ex Aermacchi, che troverà presto una nuova collocazione. Tutto il territorio della provincia però è sospeso tra un passato industriale, di cui si vedono ancora ampi segni, e un futuro tutto da ripensare, anche attraverso il riutilizzo degli spazi che una volta erano destinati alla produzione.

Ma c’è modo di dare nuova vita al passato industriale di Varese e del varesotto, creando nuove e diverse opportunità? E’ il quesito che abbiamo approfondito con Fabio Lunghi, presidente della Camera di Commercio di Varese.

Innanzitutto: c’è un nesso tra rigenerazione urbana e sviluppo del territorio?
«Il nesso c’è ed è importante – spiega Lunghi – Spazi per costruire ce n’è sempre di meno, quindi rigenerare le aree abbandonate è un leit motiv fondamentale per il futuro. Riqualificare porta sempre una grande ricchezza, a maggior ragione nei centri cittadini. La riqualificazione toglie degrado e recupera un patrimonio della città, perchè nelle aree dismesse c’è sempre una storia da recuperare, come nel caso dell’Aermacchi. la rigenerazione urbana però è importante anche per innescare un circolo virtuoso: far lavorare le imprese, e non solo quelle di costruzioni, e tornare a far sognare una città che non lo faceva più, facendo ripartire tutta una zona. Una novità come questa attrae le persone e dà vita a tutto ciò che c’è intorno».

Cos’è cambiato tra il passato industriale della nostra provincia e questo presente?
«Questo territorio, come tutto il nostro Paese, è stato un po’ vittima di se stesso. Quando vent’anni fa arrivarono i cinesi a comprare i macchinari usati a peso d’oro dalle nostre industrie erano oggetto di scherno, chi glieli vendeva credeva di averli fregati. Come si sa, non è andata così: hanno imparato partendo proprio dai nostri mezzi e ci hanno messo all’angolo. Intanto, è cambiato anche il modo di fare manifattura e impresa, ora ci sono necessità differenti e metodi di produzione diversi. Il nostro territorio ha perso molta manifattura negli anni. Proprio la pandemia, però, ha insegnato agli imprenditori che una filiera piu corta è importante, e molte delle cose che cercano all’estero si trovano con successo in Italia. C’è voluto il blocco dei confini per fare scoprire il gioco di squadra, ma è stata una scoperta utile: da soli non si va da nessuna parte.

Il nostro è un territorio denso di aree dismesse, che vanno gestite.
Con tante aree dismesse e abbandonate, in realtà il nostro territorio ha grosse opportunità. Per questo abbiamo pensato di “mettere in vetrina” le aree industriali dismesse della nostra zona: il progetto si chiama “Invest in Varese”, permette agli investitori di insediarsi in aree favorevoli a costi convenienti, ed è un’opportunità importante per i proprietari e le amministrazioni pubbliche, che però va colta con serietà soprattutto dalle amministrazioni. Perché possano partecipare, è necessario che i comuni ci dicano cosa hanno intenzione di fare in quell’area e in quanto tempo l’investitore può avere i permessi: gli investitori ci sono, ma i tempi contano e non si può proporre un’area se poi bisogna cambiare tutto il Pgt.

Come funziona esattamente il progetto?
Il progetto Invest in Varese si sviluppa nell’ambito del progetto AttrACT – Invest in Lombardy, grazie alla collaborazione tra la Camera di Commercio di Varese,Unioncamere Lombardia, Regione Lombardia e Promos Italia. L’obiettivo è quello di valorizzare l’offerta insediativa e l’attrattività del territorio varesino grazie ad un percorso di accompagnamento rivolto ai Comuni della provincia di Varese.
Nella pratica Camera di Commercio, relazionandosi con i comuni del territorio, crea un portale dove l’amministrazione può segnalare un’area industriale dismessa e cosa si può fare con essa, perché possa essere presentata in contesti anche internazionali: ci stiamo lavorando da un po’ di tempo, e a brevissimo partirà il percorso formativo rivolto ai primi 14 comuni che ne hanno fatto richiesta. L’obiettivo ultimo e’ quello di avere un catalogo dell’offerta varesina che sarà rappresentato in un portale.

Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

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Pubblicato il 19 Novembre 2020
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