Confcommercio Lombardia: “La zona rossa, un disastro per il commercio”
Secondo l'associazione di categoria del commercio il nuovo giro di vite impatterà su 34mila imprese dell’intera filiera moda nel pieno della stagione dei saldi

Il nuovo giro di vite legato all’emergenza Covid in Lombardia rischia di infliggere il colpo finale al sistema commerciale lombardo già in ginocchio. E’ l’allarme lanciato da Confcommercio Lombardia dopo la prevista decisione del passaggio della Regione in zona rossa a partire da domenica.
«Non solo la crisi terribile in cui versano pubblici esercizi; ora il nuovo giro di vite – dice Carlo Massoletti, vicepresidente vicario di Confcommercio Lombardia – Un provvedimento feroce che andrà ad infierire anche su tante attività commerciali che hanno già sopportato il lockdown di novembre e le chiusure di dicembre. E tra l’altro nel pieno della stagione dei saldi. Non esageriamo se parliamo di provvedimento feroce, un disastro».
I dati apparivano in miglioramento ma la stretta sugli indici introdotti dal nuovo Dpcm ha spento le speranze per tanti esercizi commerciali che si aspettavano una timida boccata di ossigeno dai saldi invernali. Ora la zona rossa rischia di essere la pietra tombale definitiva: «Sarà una débacle per tanti negozi di abbigliamento, di calzature, di casalinghi, di pelletterie e valigerie. Non si può finire in zona rossa da un giorno all’altro. Dobbiamo renderci conto che a rischio c’è la tenuta di un sistema economico già al limite perché il tessuto commerciale delle nostre città è già fortemente compromesso da mesi di restrizioni della mobilità e di vero caos normativo, con il consumatore costretto a destreggiarsi tra regole e divieti che cambiano di giorno in giorno».
Una stagione di vendite promozionali già fortemente penalizzata in partenza, con un calo della spesa a famiglia stimata in almeno 70 euro rispetto allo scorso anno che, teme Confcommercio, in Lombardia sarà definitivamente compromessa.
«L’inserimento della Regione in zona rossa andrà a chiudere nuovamente gli esercizi commerciali di abbigliamento e calzature impattando su 34mila imprese dell’intera filiera moda – conclude Massoletti – Ancora una volta a tutto vantaggio del solo commercio online. A questo punto non c’è un comparto del terziario lombardo che non sia colpito dalle restrizioni; se non ci saranno subito altri risarcimenti veloci e sostanziali la tenuta del sistema è appesa ad un filo. Così come la vita di tanti centri storici e delle vie commerciali delle città».
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