Una casa tutta nuova per il rugby a Varese
La prima cosa che salta all’occhio è la presenza della copertura delle tribune. Ma sono tanti i particolari che fanno capire come i lavori di ammodernamento del campo di rugby di Giubiano siano ormai quasi alla fine
La prima cosa che salta all’occhio, per chi ci passa davanti, è la presenza, finalmente, della copertura delle tribune. Ma sono tanti i particolari che fanno capire come i lavori di ammodernamento del campo di rugby “Levi” di Giubiano, a Varese, siano ormai quasi alla fine.
I lavori alla club house, per esempio, sono alle rifiniture interne: si distinguono già la cucina professionale, i locali di appoggio ad essa, la grande sala riunioni e mensa, l’infermeria con spogliatoi annessi.
«Manca ancora il porticato in legno davanti alla cucina e alla clubhouse, che ha una importante funzione: quella di accogliere il barbecue e il forno della pizza – spiega Stefano Malerba, presidente dell’ASD Rugby Varese dal 2009 al 2016 – Ma siamo già a buon punto. Oltre a cucina, sala d’incontro e infermeria, ci sono nella clubhouse anche una palestra più piccola, per allenamenti al chiuso, e una apposita stanza appoggiata verso l’esterno che servirà come magazzino e punto vendita, durante la festa, dei gadget».
Uno spazio che ha obiettivi ambiziosi, e non solo legato ad allenamenti e partite: «Una volta conclusi i lavori, stiamo pensando di proporre un campus differito, dal valore formativo ed educativo, per i ragazzi delle medie: passare il pomeriggio qui dopo la scuola, mangiando qui e facendo un po’ di educazione alimentare. Poi passerebbero qui il pomeriggio facendo i compiti con educatori e allenandosi, poi alle sette tutti a casa. Se riusciamo con i tempi e con la pandemia vorremmo già cominciare a settembre 2021, sennò lo organizzeremo per l’anno prossimo».
La profonda ristrutturazione, che comprende oltre alla clubhouse e alla tribuna coperta anche un campo di minirugby, è potuta avvenire grazie ai fondi stanziati dal Governo e dal Coni nel bando “Fondo Sport e periferie”: «Ma abbiamo ancora bisogno di aiuto per le rifiniture: dalla palizzata che delimita il campo alla siepe che vogliamo mettere su via Salvore, dalla ristrutturazione del campetto di basket, che riqualificheremo e manuterremo noi ma lasceremo a disposizione della collettività, all’edera che vogliamo mettere sopra il tetto della clubhouse, per renderla più “inglese” ma anche per rendere più fresco l’interno».
Per farlo: «In prima battuta chiamiamo a raccolta i nostri soci: che ormai sono abituati a dare una mano concreta, secondo le proprie competenze, per “tenere in ordine” e aggiustare i nostri locali. Certo che un po’ di preoccupazione c’è, perché alla fine con questa pandemia salteremo due feste del rugby, che erano la nostra principale fonte di reddito annuale – continua Malerba – Comunque, ci comporteremo come al solito: concluderemo le cose man mano che abbiamo i soldi per farle. In 45 anni di storia il nostro conto non è stato un giorno sotto di un euro: se non li abbiamo, non li spendiamo. Sembra banale, ma nello sport spesso non lo è».
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Emerge dall’articolo che si tratta di una ristrutturazione “sportiva” più dedita al commercio e alla ristorazione…non male!