Il Covid non ferma il traffico internazionale di stupefacenti in Canton Ticino

I dati sul traffico di stupefacenti nel rapporto annuale della Sad, la sezione antidroga della Polizia cantonale ticinese

Generica 2020

Il lockdown del 2020 non ha scoraggiato le attività criminali di trafficanti e spacciatori, nemmeno in Canton Ticino, che si riconferma un importante snodo del traffico internazionale di stupefacenti.

E’ quanto emerge dal rapporto annuale della sezione antidroga della Polizia cantonale.

Per quanto riguarda i sequestri di stupefacenti, in gran parte riconducibili a droga in transito, nel 2020 la collaborazione tra la Sezione antidroga della Polizia cantonale e i suoi partner ha permesso di intercettare 245,9 chili di hashish (3,8 nel 2019), 78,7 chili di marijuana (22,6), 16 chili di cocaina (28,5 nel 2019), 11,8 chili di eroina (4,6), 761 grammi di anfetamina, 398 pezzi di Lsd, 77 grammi e 44 pezzi di ecstasy nonché 957 piante di canapa (937).

Importanti anche i sequestri di denaro provento del narcotraffico, somme che ammontano a poco meno di 92.000 franchi e a circa 235.000 euro.

Le persone denunciate per reati relativi la legge federale sugli stupefacenti sono state complessivamente 1.482 (1.773 nel 2019), di cui 270 minorenni (311). Gli arresti hanno raggiunto quota 84 (115). Le morti per overdose sono state 7 , contro le 11 del 2019.

In Ticino la situazione è sostanzialmente speculare a quella del resto della Svizzera. Il mercato è dominato dalla marijuana, seguita dalla cocaina e dall’eroina. Sostanza quest’ultima il cui consumo si riteneva in diminuzione. Nel cantone non si è ancora assistito al forte incremento dell’utilizzo di farmaci, in particolare di oppioidi, siano essi regolarmente prescritti oppure reperiti sul mercato illegale: «Alcuni timidi segnali inducono a ritenere che, trattandosi di sostanze relativamente facili da reperire e dai costi inferiori rispetto alle altre droghe, potrebbe aumentare il numero di consumatori – spiega una nota della sezione antidroga della Polizia cantonale –  Una pratica estremamente pericolosa è quella legata all’assunzione simultanea di bevande alcoliche e di sostanze stupefacenti. Fenomeno questo riscontrabile soprattutto tra i giovani che ricercano sempre nuovi modi per raggiungere il massimo dello sballo. Nonostante il lockdown, sia il traffico sia il consumo illecito di sostanze stupefacenti non si sono mai interrotti del tutto. Nel nostro Cantone non vi è mai stata penuria di droga. Si può ipoteticamente ritenere che si sia dato fondo alle scorte già presenti e che nel contempo i canali d’importazione siano stati momentaneamente modificati sia nella rotta, prediligendo l’asse nord – sud, sia nei vettori sia nei canali di approvvigionamento, ad esempio il dark web. Le modalità di vendita e di consumo sono rimaste immutate».

In Ticino, spiega l’analisi della Polizia, è sempre costante la presenza di spacciatori di origini albanesi che soggiornano illegalmente nell’intero territorio cantonale grazie alla compiacenza di consumatori locali i quali, in cambio di piccole dosi o di una partecipazione alle spese dell’affitto, li ospitano nelle loro abitazioni. Nonostante le inchieste svolte durante l’anno abbiano inferto duri colpi a queste organizzazioni, le stesse hanno regolarmente rimpiazzato gli spacciatori arrestati.

Altra presenza costante, specie nel Luganese e nel Locarnese, è quella dei trafficanti di origini dominicane, attivi soprattutto nello spaccio della cocaina.

I sequestri effettuati sia dalla Polizia sia dall’Amministrazione federale delle dogane hanno subìto alcune fluttuazioni che comunque non trovano riscontro con una recrudescenza o una diminuzione dell’attività criminosa. La differenza maggiore è data dai sequestri di hashish (246 chili). Un quantitativo più che raddoppiato rispetto al 2019 grazie a un importante sequestro avvenuto alla frontiera con l’Italia.

Un’inchiesta coordinata dal Ministero Pubblico della Confederazione ha portato al sequestro di 10 chili di cocaina rinvenuta all’interno di una cassa di banane presso la filiale di un supermercato nel Mendrisiotto. Analoghi riscontri vi sono stati in diversi altri cantoni.

«Importante sottolineare che, essendo il Ticino ubicato lungo la principale rotta nord – sud e viceversa, spesso lo stupefacente sequestrato ai valichi doganali non è destinato al mercato svizzero bensì a quello del Nord Europa o della vicina Italia».

Si registra infine il crollo delle multe disciplinari per il possesso di canapa (dalle 903 del 2019 alle 241 del 2020), che si spiega perché nel corso del 2020 il Ticino si è allineato alla procedura che permette di non punire il solo possesso di canapa e derivati ai fini del consumo per un quantitativo massimo di 10 grammi.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 30 Marzo 2021
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