Striscia la Notizia e la Polizia interrompono la festa di compleanno “no mask” in un locale di Brebbia

Il servizio di Max Laudadio andrà in onda lunedì sera durante la puntata della nota trasmissione satirica di Canale 5. La festa era per il compleanno dell'animatore di iniziative contro i dpcm, Francesco Tomasella

tomasella fusaro

Striscia la Notizia rovina la festa (illegale) di compleanno a Francesco Tomasella, già organizzatore della manifestazione in piazza Montegrappa durante la seconda ondata di pandemia, ex-militante di Forza Nuova, poi animatore di un circolo culturale di destra in città e di recente organizzatore in provincia di Varese della campagna #IoApro che invitava ristoratori e baristi ad infrangere le norme del dpcm. Tomasella si è poi avvicinato a Vox Italia, fondato da Diego Fusaro (nella foto con Tomasella ma non presente alla festa, ndr) ma oggi non ne è il referente territoriale. Ha anche annunciato l’intenzione di candidarsi alle elezioni comunali a Varese.

Nella puntata che andrà in onda lunedì sera su Canale 5 (ore 20,35) si vedrà un servizio di Max Laudadio su una festa di compleanno clandestina, in piena zona rossa, con una quarantina di persone tra invitati e personale di sala. Il party si è consumato nella notte tra sabato 20 e domenica 21 marzo in un ristorante di Brebbia dove le telecamere del programma di Antonio Ricci hanno ripreso assembramenti e persone senza mascherina, sedute tranquillamente per cenare o al bancone del bar per un aperitivo.

«Il festeggiato, Francesco Tomasella, è anche il creatore e amministratore della chat, già al centro di un’inchiesta di Striscia del 15 marzo, per prenotare locali chiusi per restrizioni anti-Covid, e quindi fuorilegge, che permettono ai clienti di mangiare al tavolo nonostante i divieti» – scrivono in una nota dalla redazione di Striscia.

Max Laudadio, sul posto con la troupe, ha invitato l’organizzatore della festa a rilasciare un’intervista, ma Tomasella si è sottratto al confronto. Sul posto è intervenuta anche la Polizia che ha identificato i presenti e ha interrotto la festa.

La vicenda ha avuto un seguito anche questa mattina, domenica. Tomasella, infatti, ha attaccato duramente la collega giornalista Valeria Deste che collabora con Max Laudadio e Striscia La Notizia. Con un post sulla sua pagina Facebook ha messo alla berlina la collega definendola “infame” per aver segnalato la festa (alla quale era presente su invito di un’altra collega) e aver permesso l’intervento di Striscia e della Polizia. Sotto il post di Tomasella si sono scatenati i soliti leoni da tastiera che la pensano come lui e sono partiti i soliti insulti sessisti nei confronti della giornalista.

Ve li proponiamo di seguito, prima che li cancellino, come sono soliti fare personaggi di questo livello.

Insulti alla giornalista Valeria Deste dai no mask

 

Insulti alla giornalista Valeria Deste dai no mask

 

Insulti alla giornalista Valeria Deste dai no mask

 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 21 Marzo 2021
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  1. Avatar
    Scritto da Felice

    Liberi di festeggiare i compleanni tutti insieme come dei bambini.
    Liberi di rinunciare alle cure nel caso dovessero prendersi il Covid.
    Per una volta nella vostra vita siate coerenti con la vostra finta, posticcia ed improvvisata ribellione al regime che vedete solo voi.
    Invitare tale gente a visite nelle terapie intensive o meglio nei cimiteri non serve a niente. I morti non possono insegnare nulla a chi è disposto a sentire solo la sua di verità.

    1. Avatar
      Scritto da ciapelsot

      Assodato ormai che i ristoranti (come del resto i centri sportivi…ACCIDENTI !!!) non sono luoghi di contagio (chissà perchè DA QUANDO SONO CHIUSI I CONTAGI SONO AUMENTATI in maniera esponenziale…fatevi una domanda) e quindi, osservate scrupolosamente le regole imposte per lo svolgimento della ristorazione e mescita al tavolo, non vedo perchè non si possa effettuare l’attività evitando inutili e fanciullesche farse (da entrambe le parti). Non sono un abituale frequentatore di questi luoghi (non posso permettermelo, purtroppo), ma il diritto a lavorare in sicurezza, vale tanto quanto quello della salute.

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