Il giudice le ridà la patente. “Ma dopo tre settimane ancora non c’è”
L'avvocato Pietro Romano ha assistito una donna che ha perso la possibilità di guidare per una vicenda che si sta chiarendo. "C'è già un provvedimento del giudice, ma non riesce ad ottenere il documento"

«Il giudice ha disposto che la patente venga restituita, ma a distanza di tre settimane ancora non ha in mano il documento». L’avvocato Pietro Romano solleva il caso di una sua assistita, finita in una vicenda giudiziaria e amministrativa che le sta complicando non poco vita. E per questo sollecita ancora la Prefettura a dare corso alla disposizione del giudice.
La vicenda inizia a ottobre 2020: l’assistita dell’avvocato, giovane donna di Gallarate che fa la collaboratrice scolastica in una scuola di Busto, ha investito un ragazzo a bassa velocità. «Dopo essersi fermata ed essersi sincerata delle condizioni del ragazzo, anche alla presenza di altre persone, si è recata sul posto di lavoro, dove però è stata raggiunta dalla Polizia Locale di Busto Arsizio».
Alla donna è stata contestata l’omissione di soccorso, con sospensione della patente e successiva trasmissione alla Procura della Repubblica. La vicenda giudiziaria è ancora in attesa di un esito, ma nel frattempo l’avvocato ha prodotto elementi che provano la versione che la giovane donna ha sempre sostenuto: non c’è stata omissione di soccorso perché lei stessa ha parlato con il ragazzo, alla presenza di altre persone.
Ora: sul piano penale si vedrà tra qualche tempo, ma intanto gli elementi portati dalla donna e dall’avvocato Romano hanno convinto il giudice di pace di Gallarate. «L’8 aprile abbiamo avuto udienza, il 9 aprile c’è stato il provvedimento del giudice che ordina la restituzione della patente».
Ad oggi però il documento valido non è stato ancora restituito, «nonostante tre PEC alla Prefettura» dice Romano, che ancora oggi si è recato alla Polizia Locale (di Gallarate, che aveva avuto in carico il provvedimento di sospensione della patente). «La stessa Polizia Locale ha contattato la Prefettura chiedendo che fine avesse fatto la richiesta, a tre settimane di distanza ancora non si risolve la questione». Creando – sottolinea l’avvocato – problemi nella vita quotidiana della donna che abita a Gallarate ma deve iniziare a lavorare la mattina preso a Busto.
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