Possibile legame tra Astrazeneca e i casi di trombosi, ma i benefici sono maggiori

L'Agenzia europea del farmaco ha chiarito che gli eventi sono rari e che non ci sono evidenze di correlazioni con età o sesso

astrazeneca

C’è un legame possibile tra il vaccino Astrazeneca e gli episodi di trombosi avvenuti in Europa dopo l’inoculazione  L’Agenzia Europea del Farmaco ha dunque ribadito l’efficacia e l’importanza del vaccino per contenere la diffusione del SarsCoV2 e per prevenire la malattia Covid 19, molto seria e grave.

Il comitato di sicurezza e vigilanza farmacologica di Ema ha studiato i 62 casi di trombosi cerebrali e i 24 di trombosi venosa di cui 18 fatali  segnalati fino al 22 marzo ( sui 25 milioni di vaccinati tra paesi europei e Gran Bretagna) arrivando alla conclusione che c’è una correlazione ma che fa parte di eventi molto rari. Non è detto, invece, che i rischi siano concentrati maggiormente tra le donne e i più giovani. Attualmente, la componente femminile vaccinata con Astrazeneca è preponderante, circa il 60%.

Ema, dunque, assicura che continuerà a monitorare la situazione e a studiare approfonditamente tutti i dati che arriveranno dai diversi paesi durante la campagna in corso. In particolare si cercherà di comprendere il meccanismo di correlazione: i coaguli sono molto rari e probabilmente sono collegati alla risposta immunitaria. Ma solo ulteriori approfondimenti potranno chiarire il nesso causale.  Qualsiasi rilevazione sarà immediatamente comunicata alle autorità sanitarie dei singoli stati che li renderanno noti ai sanitari perchè controllino con maggior attenzione l’evoluzione dei vari sintomi che vengono registrati dalle singole persone.

Ema, al momento, non ritiene di dover dare indicazioni sull’utilizzo: ogni decisione spetterà ai singoli stati.

In un’intervista rilasciata al Messaggero, il saronnese Marco Cavaleri, responsabile della strategia sui vaccini di Ema, ha spiegato che il lavoro di valutazione è ancora

“lontano dall’essere concluso”, “questa settimana inizieremo a dare delle definizioni preliminari, ma difficilmente arriveremo a indicare dei limiti di età come hanno fatto vari Paesi. Per la semplice ragione che noi siamo un’agenzia regolatoria e dobbiamo avere dati molto precisi sul rapporto rischio-benefici. Le agenzie di salute pubblica che gestiscono le varie campagne di vaccinazioni hanno diverse opzioni a disposizione e possono usarle come meglio ritengono”.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 07 Aprile 2021
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