Si dimette anche il vice sindaco di Gazzada Schianno
Nel corso dell'ultimo consiglio comunale Alfonso Minonzio ha restituito tutte le deleghe e ha lasciato il suo incarico. Resterà solo consigliere. Il sindaco: "Una visione ideologica che divide e fa male al paese"
L’ultimo strappo nella giunta di Gazzada Schianno si è consumato nel consiglio comunale di ieri sera, giovedì 23 aprile. All’ordine del giorno c’era l’approvazione del Bilancio ma, al momento della discussione, il vicesindaco Alfonso Minonzio ha preso la parola per annunciare la restituzione di tutte le sue deleghe. Un “divorzio” annunciato, che non ha colto nessuno di sorpresa visto che il clima all’interno della maggioranza è teso da mesi
Il bilancio 2021 /2023 è stato approvato con sette voti a favore, la maggioranza più un voto di Francesco Bosco, capogruppo di minoranza di “Insieme si può”; contrari l’ex vicesindaco Minonzio e due di Lega e Indipendenti.
Una situazione politica intricata resa ancora più complessa dal fatto che dopo le dimissioni del consigliere con delega al Bilancio Giorgio Tibiletti, nessuno ha voluto prendere il suo posto: i tre consiglieri in lista hanno tutti rinunciato ad occupare la poltrona rimasta vacante. Martina Giamberini, Cristiano Carlesso, Sara Soffiantini non hanno accettato l’incarico e così Roberto Carimati, che si era già dimesso da assessore esterno ai lavori pubblici.
«E’ stato utilizzato il bilancio come pretesto per creare un clima di tensione e drammatizzare la situazione – dice il sindaco Paolo Trevisan – Minonzio è ancora legato all’idea abbiamo messo insieme due liste, una con uno spirito cattolico, maggioritario, e una di sinistra, minoritaria, ma è una visione stra-superata. Una visione ideologica che poco si taglia su una realtà come quella di oggi. Noi vogliamo fare, vogliamo agire, le contrapposizioni non ci interessano più. Questo clima di conflitto è fuorviante e fa male al paese. Minonzio poi in questi due anni non ha mai fatto nulla o proposto nulla: il suo ruolo all’interno dell’amministrazione è stato marginale. Quanto poi agli altri candidati in lista mi spiace abbiano rifiutato l’invito ad entrare in consiglio comunale: è una scelta individuale però sarebbe stato meglio far prevalere gli interessi della comunità invece di quelli personali».
Parole positive nei confronti delle minoranze: «Con le opposizioni i rapporti sono buoni – continua il sindaco – Gli appunti mossi dalle minoranze sono sempre concreti, sono stati stimoli positivi e costruttivi, quello che non accetto sono i pregiudizi ideologici».
Durissimo l’attacco di Minonzio che in un lungo intervento scritto ha elencato le ragioni, politiche e amministrative, che lo hanno spinto a lasciare l’incarico di vicesindaco e tutte le deleghe: «Alcuni di noi hanno posto il problema del disagio in cui si trovavano a causa di una gestione verticistica delle attività, della mancanza della collegialità, della condivisione delle iniziative, della programmazione e realizzazione del programma elettorale. Nonostante le richieste non c’è mai stata la volontà di affrontare il problema». E poi un passaggio sul Bilancio: «Mi spiace dover fare un confronto con la passata amministrazione comunale: aveva dichiarato che non voleva indebitarsi per realizzare opere pubbliche e così ha fatto. Sono stati capaci di ottenere finanziamenti a fondo perduto: certamente possono essere criticati per la scelta progettuale della piazza e soprattutto per la qualità dell’esecuzione dei lavori, però bisogna riconoscere che sono stati capaci di avere diversi finanziamenti a fondo perduto senza così gravare sulle casse comunali.
C’è una sola parola per definire questa situazione: fallimento – ha concluso Minonzio- . Io ho creduto in questa lista, ero convinto che avrebbe potuto fare molto bene per il nostro paese. Occorre, però, riconoscere i propri errori».
Marco Maffiolini, capogruppo di Lega e Indipendenti commenta così: «Ho trovato paradossale che Bosco abbia finto di niente e nel suo intervento si sia concentrato solo sul bilancio, votando addirittura a favore. Per noi è un segnale chiaro, politico prima di tutto.
Prendiamo atto inoltre che la lista del sindaco “Futuro Comune” è diventato “trapassato comune” in solo due anni. Ormai è un consiglio comunale zoppo, con una maggioranza che non rappresenta più gli elettori che l’hanno votata. Aspettiamo di capire che cosa vuol fare il sindaco per poi decidere quale linea assumere. Una cosa è certa: noi non lasceremo in difficoltà il Comune di Gazzada Schianno. Lo abbiamo fatto in passato, continueremo oggi ad assumerci le nostre responsabilità. Il mio gruppo si riunirà e insieme decideremo cosa fare, per il bene del paese che è l’unica cosa che ci importa davvero in questo momento »
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