Bene ma non sufficienti: le scuole paritarie e i fondi del Decreto sostegni bis
Non bastano 50 milioni di euro a creare parità tra statali e paritarie: la Fism Varese rilancia la mobilitazione "Prima i bambini" per poter azzerare le rette

Tra le misure adottate dal Decreto sostegni bis anche 50 milioni di euro per le scuole paritarie (a fronte di 350 milioni stanziati per quelle pubbliche) per l’acquisto di materiali e servizi: «Bene l’apertura, ma le risorse non sono sufficienti e danno ancora l’idea di un doppio binario, come se scuole paritarie e scuole statali procedessero su due binari distinti, e non come un unico sistema di istruzione integrato», commenta Maria Chiara Moneta, presidente provinciale di Fism, la Federazione italiana delle scuole materne che a Varese rappresenta oltre 160 asili.
Sicuramente di queste risorse le scuole sentivano un gran bisogno, ma altrettanto certamente non saranno sufficienti a raggiungere l’obiettivo rilanciato il mese scorso dalla petizione “Prima i bambini” (che ad oggi ha raccolto 125mila firme) promossa dalla Fism con l’obiettivo di rendere davvero paritarie e quindi gratuite, le scuole paritarie dell’infanzia.
«Ancora una volta le scuole paritarie erano state dimenticate, anche dal Decreto sostegni, per cui è stata necessaria una manovra bis per ottenere dei fondi che sono utili, ma comunque insufficienti – spiega Moneta – Un contentino più che un contributo vero, soprattutto se consideriamo che la differenza tra quanto stanziato per le statali e quanto per le paritarie non ha carattere di proporzionalità in base al numero degli alunni iscritti».
Prosegue quindi la mobilitazione di “Prima i bambini”, con striscioni e raccolta firme per arrivare a “un vero sostegno economico alle scuole paritarie da parte delle istituzioni perché si possano azzerare le rette a carico delle famiglie e quindi garantire loro vera libertà di scelta”.
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