Simone, giardiniere di Casciago col sogno di tornare a correre sulla sua Ape Car
Simone Colla è il campione in carica dell’Ape Grand Prix in salsa varesina. L’ultima gara però si è corsa nel 2008. Ora un’associazione vorrebbe ridare vita ad un circuito per i “bolidi a tre ruote”

Una passione nata da piccolo con il sogno di ricominciare a gareggiare sugli amati Ape Car.
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Simone Colla, 32enne di Casciago, di professione giardiniere, è il campione in carica dell’Ape Grand Prix in salsa varesina. L’ultima gara però si è corsa nel 2008 e negli ultimi anni anche trovare gare o competizioni nei dintorni, fuori dai confini provinciali, è diventato complicato. Ora però, forse, incrociando le dita, qualcosa potrebbe muoversi, con un’associazione che vorrebbe ridare vita ad un circuito per questi “bolidi a tre ruote” che arrivano a sfiorare gli 80 all’ora.
«Io ho corso con tutto, moto, go-kart, ape, su 2, 3 e 4 ruote. A 6 anni ero già in moto, ho fatto campionati italiani e regionali, poi ho fatto un incidente e sono passato prima ai kart e poi alle Ape Car – racconta Simone -. Mi sono sempre piaciute, fin da giovane ne ho avuta una per girare per il paese. Con quelle da gara mi diverto, sia ad assemblarle che poi in corsa. È una passione che richiede tempo e dedizione, ma che dà delle belle soddisfazioni».
Con Simone c’è Antonio, il papà, che fa da capo meccanico. I pezzi di cui è composto il suo mezzo sono recuperati qui e là: il serbatoio di una Vespa, il motore di una vecchia Cagiva 125, un sedile e le cinture di sicurezza di un’auto da rally, il tubo dell’aria preso in magazzino. Le indicazioni “ufficiali” vogliono che il piantone dello sterzo sia quello originale e che la cabina debba essere quella dell’Ape che tutti conosciamo, sulla quale però si può lavorare, tagliare, bucare.

Con un po’ di fantasia e la voglia di inventarsi sempre nuove soluzioni il gioco è fatto: «È tutto fatto in casa, adesso dobbiamo rifare il pianale con gli ammortizzatori, lo abbiamo tagliato e nei ritagli di tempo lo monteremo. C’è sempre da migliorare, studiare nuove soluzioni: l’amico fabbro ci dà una mano, il meccanico aiuta a mettere in sesto il motore o ci trova dei pezzi, le ruote di un trattorino, i sedili recuperati da una macchina, la marmitta di un motorino. Senza spendere cifre folli: per un mezzo da gara ci vogliono meno di mille euro, sapendosi arrangiare».
«Tutto è cominciato per caso. Una domenica eravamo in zona Azzio con papà, abbiamo visto una gara, ci siamo informati e appassionati subito. Ne abbiamo comprati due e abbiamo cominciato a lavorarci – spiega Simone -. Nel Bellunese e in Romagna è un vero e proprio sport, con piloti e addirittura squadre corsa con gli sponsor. A me piace più la dimensione artigianale. Con qualche appassionato stiamo provando a rimettere in piedi un’associazione per far ripartire il circuito nella nostra zona. Una volta c’erano più appassionati, in Valcuvia soprattutto, il campionato l’ho corso dal 2006 al 2008, quando ho vinto. Ora sono rimasto l’unico, almeno nella zona di Varese. Sulla portiera ho ancora il numero 1, ma da allora non c’è più stata la possibilità di fare gare. Col Covid si sono fermate anche le esibizioni dove ogni tanto riuscivamo a infilarci, gare di motorini, vespe o altri mezzi che ci permettevano di gareggiare nella categoria “altri mezzi”. In fondo basta un campo, un parcheggio, uno sterrato un po’ ampio per organizzare una corsa, e se non si trova lo spzio adeguato si può fare una gara a tempo. tutto in sicurezza e seguendo le regole».
«Qualche aneddoto? Una volta ad Azzio papà è arrivato secondo e io primo, lui si è ribaltato due volte, è più pazzo di me – dice ancora Simone -. Con questi mezzi si è sempre sicuri e protetti, se si ribaltano, il pubblico aiuta a rimetterli in carreggiata. Una volta in Piemonte ho rotto un pezzo di telaio in una gara a tempo con motorini di vario tipo: ci siamo inventati la soluzione per non tornare a casa e abbiamo tagliato una robinia e abbiamo finito la corsa col tronco al posto del pezzo che si era staccato. Speriamo di ripartire presto a tutto gas».

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