Il segreto di Garrincha
di Yuri Sansilvestro
Si chiamava Garrincha, era l’ala destra del Brasile, e in quegli anni tutti i ragazzi che giocavano a pallone imitavano la sua finta, lui faceva sempre quella, si piegava sulla gamba destra e spostava il corpo da quella parte, poi fintava a sinistra e se ne andava con il pallone di nuovo a destra, e tutti i difensori del mondo lo sapevano e ogni volta ci cascavano, e i campetti di ghiaia degli oratori erano colmi di tanti piccoli carioca, e anche chi non sapeva giocare e tirava di punta ci provava lo stesso… e la forza di Garrincha era proprio in quella sua mossa, e gli spettatori pagavano per vederla, per loro era sempre uguale, ma noi che la imitavamo avevamo capito che non era così, e quando facevamo la finta di Garrincha ogni volta era un’esperienza nuova, e si andava a fondo, era una ricerca verso la perfezione, e costruivamo il carattere, entravamo nella via giusta, quella che porta alla gioia, Garrincha ci aveva svelato il segreto… E dopo la scuola, al sabato, andavamo a casa di Massimo e lui aveva un album con le figurine, ritagli di giornale e fotografie, e poi, ispirati, scendevamo in cortile a giocare a pallone e il più bravo era il Cesarino, e quando segnava aveva l’identica faccia di Garrincha e esultava allo stesso modo, e un giorno anche per noi giunse il momento di formare una squadra vera e propria e andare in giro a fare tornei e sfidare le altre squadre, e allora, come divisa, scegliemmo la maglia giallo oro del Brasile… E poi anche Garrincha si ritirò dall’attività, non giocò più, e in pochi anni la sua finta scomparve dai campi degli oratori, i ragazzi ebbero altri riferimenti, e Cesarino, all’ala, imitava quello svedese che giocava a Firenze, e i più giovani crescevano senza conoscere quella finta che era entrata nella storia del calcio… prima a destra con tutto il corpo, e poi una mossa a sinistra, e di nuovo a destra, verso la vita. Racconto di Yuri
Racconto di Yuri Sansilvestro, illustrazione di Renato Pegoraro
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