Sorpresa: forse sull’ospedale unico Gallarate-Busto si è corso un po’ troppo
Nella "supercommissione" è emerso - con un po' di imbarazzo e di scontro - che la deroga al dibattito pubblico, su cui Busto incalzava Gallarate, non è così urgente
Dopo un dibattito un po’ sonnacchioso, la sorpresa arriva quasi alla fine: «E allora cosa siamo andati fare a votare in consiglio comunale?» sbotta il sindaco di Busto Arsizio Emanuele Antonelli, rivolto ai dirigenti di Regione Lombardia.
Perché proprio nel finale è emerso che l’accelerazione imposta (dalla stessa maggioranza di Busto) al dibattito sull’ospedale unico, con tanto di consiglio comunale estivo, è stata forse eccessiva. O meglio: in anticipo di un paio di passaggi nell’iter autorizzativo sul nuovo polo unico Busto-Gallarate. Forse – forse – è vero che c’era qualcuno che bluffava, sulla gran fretta di questi giorni.
Andiamo con ordine: Busto ha già votato per accettare la deroga al “dibattito pubblico”, una procedura centralizzata di discussione che secondo Regione Lombardia allunga troppo i tempi. I capigruppo e i consiglieri (delle commissioni welfare e territorio) delle due città sono stati poi convocati nella “supercommissione” che si è tenuta appunto a Gallarate e dove Regione doveva fare il punto sulla situazione.
Nel dibattito sono ri-emerse le perplessità di Gallarate sul percorso intrapreso (sia da maggioranza che opposizione, con accenti diversi in merito all’opportunità o meno dell’ospedale unico), mentre la maggioranza di Busto ha difeso a spada tratta la necessità dell’accelerazione del percorso.
«È importante non una accelerazione, ma dare un segnale di attenzione e dialogo sul progetto» ha detto il consigliere ed ex sindaco Bustocco Gigi Farioli. «Abbiamo una responsabilità enorme, abbiamo il dovere di non perdere questa occasione» ha rimarcato ancora il presidente della commissione sanità bustocca Paolo Genoni.
I due sindaci insieme ai presidenti del Consiglio comunale Mariani (Busto) e Lozito (Gallarate)Gallarate «non dice un No al nuovo ospedale, ma vuole chiarimenti esaustivi», ha detto invece il sindaco di Gallarate Andrea Cassani, citando – ad esempio – il tema della viabilità d’accesso, che preoccupa particolarmente la città dei due galli. La consigliera Pd Margherita Silvestrini ha sottolineato che consiglieri e amministrazione di Gallarate non hanno neppure letto la lettera di Regione Lombardia e ha ribadito la critica alla accelerazione del progetto: «Una qualsiasi discussione si può fare a bocce ferme, quando sapremo quale è il contesto. Andiamo a parlare di ospedale nuovo senza avere una legge regionale di riferimento: ma sarà pronta a novembre, non tra due anni».
Il sindaco Antonelli ha contrattaccato con durezza: «Di concretezza in quello che dite ne vedo poca» ha detto rivolgendosi ai consiglieri gallaratesi. «Le 162 pagine dell’accordo di programma non le ho lette, mi affido a Regione Lombardia. Secondo voi in Regione Lombardia non studieranno le vie di accesso?».
Antonelli si è scontrato con la consigliera Silvestrini (Pd), ma anche con Calogero Ceraldi, di Forza Italia:
Eugenio Vignati, caposegreteria della vicepresidente e assessore alla salute di Regione Lombardia Letizia Moratti, ha proseguito rassicurando: «Ogni volta che chiederete approfondimenti, sicuramente Regione Lombardia sarà disponibile». E sull’anticipo rispetto alla legge regionale sulla sanità, ha detto: «La legge 23 non può scalfire minimamente la progettualità che abbiamo sentito, perché tema dominante è la territorialità e quando si parla di territorialità».
Vignati ha poi indicato anche i diversi passaggi previsti per l’opera: «accordo di programma, progettista, progetto di massima entro il prossimo anno, poi entro sei mesi progetto esecutivo».
A questo punto a domanda fatta da Farioli e riformulata in maniera più franca da Cassani (quando interviene il dibattito pubblico che si dovrebbe bypassare?), il direttore dell’Asst Valle Olona Eugenio Porfido ha ammesso: «Al momento dello studio di fattibilità».
Apriti cielo. Il più incavolato è il sindaco Antonelli, che fino a mezz’ora prima si era affidato totalmente a Regione Lombardia: «Allora non dovevate mandarci neppure la lettera, dovevate mandarla quando c’è la sottoscrizione dell’accordo di programma» sbotta. «Cosa siamo andati fare a votare in consiglio comunale?».
Dalle file di Gallarate – maggioranza e opposizione – si guarda esterrefatti e con un filo di soddisfazione: non c’è questa fretta indiavolata di andare avanti con il programma. L’opposizione di Busto chiede qualche chiarimento, ma non affonda su Antonelli. Alla fine la “supercommissione” si scioglie un po’ in sordina, con un filo d’imbarazzo per l’inatteso fuoriprogramma, chiamiamolo così, che smentirebbe la fretta che ha animato il dibattito nelle ultime settimane.
Va detto che già in apertura non era mancato qualche screzio, vista la assenza del direttore generale welfare Giovanni Pavesi. Anche Vignati è arrivato un po’ in ritardo e Antonelli già aveva espresso «disappunto per l’assenza dei vertici di Regione Lombardia». «Tutti lavoriamo, forse non basta un mese di preavviso per essere puntuali».
Poi è stato il dg Valle Olona Porfido a illustrare soprattutto le linee guida del nuovo progetto che verrà, che dovrebbe prevedere anche un “reparto Polmone” (da attivare alla bisogna, per pandemia o come reparto sostitutivo di altri in ristrutturazione) e una “rianimazione Polmone”. Sul tema dei posti letto Porfido ha voluto stoppare la discussione: «Il dubbio sui letti credo nasca dal fatto che i letti in questi ultimi dieci anni si sono già ridotti per ristrutturazioni»
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