Luis Scola racconta la “sua” nuova Varese sotto canestro: “Un progetto di cinque anni”

Il leggendario argentino si è calato nei panni di amministratore delegato: "Guardiamo al modello NBA e procediamo in modo graduale. Io tra i soci? Una cosa che vedo di buon occhio"

luis scola presentazione pallacanestro varese

È un piano di respiro quinquennale quello che Luis Scola ha in mente per la Pallacanestro Varese, del quale è da qualche giorno il nuovo amministratore delegato. Il leggendario giocatore argentino, affiancato dai vertici di società, consorzio e trust, ha illustrato quale sarà la sua attività dirigenziale in una conferenza stampa tenutasi nell’elegante cornice di Villa Calmia, a Galliate Lombardo.

Gettando lo sguardo verso Varese e verso il suo lago vicino al quale ha preso casa, Scola ha spiegato di volersi ispirare al modello organizzativo della NBA per quanto riguarda diverse aree del suo lavoro, pur facendo più volte le debite proporzioni legate a budget e bacino d’utenza della società biancorossa. «Un club che ha una grande storia europea, della quale ho parlato a lungo con Toto e Marco (Bulgheroni e il presidente Vittorelli ndr), una città bellissima che conosce queste radici. Certo la situazione è molto diversa rispetto a 40-50 anni fa, ne sono consapevole, ma qui ci sono le condizioni per fare molto bene».

QUATTRO AREE DI INTERVENTO

Scola e la società hanno in mente un programma graduale, che serva a mettere mano a quattro aree principali. «Si può studiare, copiare e replicare quello che c’è nella NBA a cui credo che il basket di tutto il mondo debba guardare; in seconda battuta possiamo guardare all’Eurolega di cui abbiamo un grande esempio qui vicino nell’Olimpia Milano. Partiamo dal marketing che negli States ricopre un enorme importanza, passiamo all’analisi globale di sponsor e dati, non solo sul piano del campo ma anche di tutto ciò che gira intorno al club, perché tutto è misurabile e valutabile nel dettaglio. Poi ci sarà un discorso di player development (lo studio e la conoscenza del mondo dei giocatori), infine quello che in Europa è fondamentale e negli USA non esiste è il settore giovanile, al quale eventualmente collegare anche quello femminile».

luis scola presentazione pallacanestro varese
Scola accanto a Toto Bulgheroni

INGRESSO IN SOCIETÀ: TEMPO AL TEMPO

Scola ha in parte dribblato la domanda sul suo ingresso diretto in società, a livello di acquisto di quote anche se ha lasciato capire che l’ipotesi è tutt’altro che accantonata e che dovrebbe tornare di attualità. «Di entrare come socio ne abbiamo parlato; per il momento abbiamo trovato questo punto di equilibrio per iniziare a lavorare mentre i dettagli di quei discorsi li teniamo privati. Faremo una due diligence come già avevo detto ma di sicuro l’ingresso in società è una cosa che vediamo di buon occhio».

NON PARTIAMO DA ZERO

Nel suo discorso (e nel suo piano) Scola ha scelto la via della continuità: la sua non sarà una rivoluzione o almeno non ci sono evidenze di questo. «Non si parte da zero – ha spiegato – Abbiamo una prima squadra già fatta, costruita da Andrea (Conti) quest’estate con un nuovo allenatore come Vertemati, abbiamo una lunga militanza in Serie A e una società che funziona. Nel primo anno non faremo particolari interventi, poi via via vedremo cosa ritoccare e migliorare con il passare del tempo».

luis scola presentazione pallacanestro varese
Foto di gruppo per la dirigenza biancorossa: da sinistra Argieri, Castelli, Valentino, Vittorelli, Scola, Bulgheroni e Conti

IMPARARE, SEMPRE

Durante il suo intervento, il 41enne campione argentino ha concesso anche un paio di battute. «Mi ha chiamato un amico e mi ha detto che ieri ero il più vecchio nel mio lavoro, oggi invece sono il più giovane nella nuova attività. Scherzi a parte, voglio riportare nel lavoro da dirigente una massima che ho sempre mantenuto da giocatore: voglio imparare qualcosa ogni giorno. Prima dell’ultima partita alle Olimpiadi il mio coach Sergio Hernandez, forse il più importante della mia carriera, mi ha fatto sostenere una sessione di 15′ di fondamentali. Fino all’ultimo giorno c’è qualcosa da imparare, da migliorare, da correggere. E là, in campo, avevo una grande esperienza, qui sono all’esordio».

AL BASKET GIOCATO NON SI RINUNCIA

Citando l’ultima esperienza sul parquet, quella Olimpica con l’Argentina, Scola ha spiegato come sia stato naturale, per lui, terminare la carriera. «Fermarmi non è stato difficile: quando sei in campo è tutto bello, ma giorno dopo giorno è diventato sempre più complicato e il mio corpo ha avvertito questo cambiamento. Per poter competere al livello che mi piace, dovevo fare ogni giorno tante cose in più: a un certo punto non era possibile proseguire. Però, anche se ho smesso con l’agonismo, io vado avanti a giocare quotidianamente. Gioco con i miei figli, magari lo farò con qualche gruppo del settore giovanile e perché no, anche con la prima squadra se sarà necessario o se mi vorranno. Però ora sono concentrato nella mia nuova avventura lavorativa, metterò lì tutta l’energia necessaria».

Dal campo all’ufficio: Luis Scola nuovo amministratore delegato di Pallacanestro Varese

Damiano Franzetti
damiano.franzetti@varesenews.it

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Pubblicato il 22 Settembre 2021
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