Il 1971 si chiude col debutto di J.J. Cale
Il chitarrista dell’Oklahoma avrà fra i suoi epigoni Mark Knopfler
Con questo post terminano il 2021 e il 1971!
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E la fine del 1971 vide l’esordio a 33 giri di un chitarrista dell’Oklahoma che sarebbe stato sempre idolatrato dai musicisti ma non ebbe successo pubblico: stiamo parlando di J.J. Cale. Dopo un piccolo successo locale di un suo pezzo cantato da un altro nel 1964, si era spostato a Los Angeles e alternava esibizioni e lavori da tecnico del suono. Un primo 45 giri a suo nome nel 1966 non ebbe successo, ma il retro, After midnight, fu sentito da Eric Clapton che lo incise quattro anni dopo senza dirglielo, aprendo a J.J. le porte del mercato. Se sentite il suo modo di suonare la chitarra, capite da dove poi Mark Knopfler avrebbe preso il suo sound, ma come compositore non era da meno: basti vedere che il disco si apre con quella Call me the breeze che i Lynyrd Skynyrd incisero nel secondo album. Ed è una cosa abbastanza strana perché strano è il suo genere: in effetti creava una base omogenea usando spesso addirittura una drum machine (diceva di non potersi permettere un batterista) e teneva in evidenza il suo cantato e la sua chitarra. C’era del blues, del rockabilly, del country e lo definivano laid back, ad indicare che era molto rilassato. Non sfondò mai, ma alla fine fece un disco con Clapton che un po’ di fama gliela diede: davvero un musicista da conoscere.
Curiosità: il nome abbreviato con le due J è piuttosto strano se si considera che, dopo John, il suo secondo nome era Weldon. In realtà però non lo usava e si faceva chiamare John Cale: peccato ci fosse un importante omonimo nel gallese dei Velvet Underground! Fu il proprietario del Whiskey a Go Go che lo ribattezzò così.
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