Metamorfosi urbana a Varese: compie 204 anni viale Aguggiari, la strada del padre della Via Sacra
La 40esima puntata della rubrica di Fausto Bonoldi

Ogni lunedì, con una passeggiata virtuale, la rubrica “Metamorfosi urbana” vi racconta le trasformazioni che ha subito Varese negli ultimi cento anni, da quando cioè è diventata capoluogo di provincia. A firmarla è Fausto Bonoldi, storica firma del giornalismo varesino che su questo argomento, che tratta da anni nel gruppo Facebook La Varese Nascosta, ha scritto anche un libro, edito da Macchione, dal titolo “Cara Varese come sei cambiata“
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Metamorfosi urbana, quarantesima puntata: ha compiuto 204 anni il viale intitolato al padre della Via Sacra
Il viale intitolato a padre Giovanni Battista Aguggiari, il promotore della Via del Rosario che sale a Santa Maria del Monte, ha duecentoquattro anni. O meglio, nel 1817 fu inaugurato il tratto alberato compreso tra la piazza del Cappello (oggi Beccaria) e la Rotonda, lo slargo che precede il bivio per l’Ippodromo. Per la verità il tratto iniziale, prima dell’odierno incrocio con via Paravicini e via Grandi, non era alberato ma fino all’inizio del Novecento il lato destro, guardando da piazza Beccaria, era ancora ombreggiato dagli alberi dei giardini.

Il primo edificio che vi fu costruito fu quello della Clinica Rovera, progettato dall’ingegner Carlo Piana, che per la famiglia Rovera progettò anche l’elegante palazzo al centro del lato di piazza Repubblica opposto a quello del monumento ai Caduti. La sede della clinica è stata fatta oggetto di una raffinata e rispettosa ristrutturazione, progettata dall’architetto Bruno Bosetti quando, alla fine degli Anni Ottanta del Novecento, lo stabile fu trasformato da clinica in condominio.

Accanto alla clinica sorse, nel 1940, uno degli ultimi edifici pubblici del Ventennio, destinato a essere la sede dell’Infail, l’ Istituto nazionale fascista per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, poi defascistizzato nell’Inail, che ancora opera nell’edificio progettato, in puro stile razionalista, dall’ingegner Ernesto Suardo, professionista bergamasco molto apprezzato in Lombardia, al quale l’Istituto commissionò anche i progetti delle sedi di Bergamo, Mantova, Ravenna e Verona. L’altro lato della strada è fiancheggiato dalle antiche case, oggi restaurate, caratterizzate per oltre un secolo dalle vetrine, un tempo all’inizio della via, dei mobilieri Alesini, con le radici nell’omonima falegnameria fondata nel 1875.
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